PICS
NB: il mio tour del Giappone sarà diviso in 3 diverse pagine così da poter dedicare lo spazio e il tempo adeguato al racconto di viaggio
TIPS
MARZO 2014: si parte per l'Estremo Oriente, alla ricerca del connubio perfetto di tradizione e modernità.
Il mio tour in Giappone ha avuto inizio dall'aeroporto di Venezia Marco Polo e, dopo più di 24 ore trascorse in viaggio insieme alla Turkish Airlines tra scali aerei (Istanbul), nuvole, cieli, ritardi e imprevisti vari, in nottata del secondo giorno giungo finalmente all'aeroporto internazionale del Kansai.
Qui mi accolgono mille difficoltà legate alla mancanza di supporto della Turkish in loco e alla nulla conoscenza dell'inglese da parte degli assistenti di terra e nessun desk della Turkish in aeroporto.
Fortunatamente, solo grazie alla sorte (si prende cura di me e del mio problema una deliziosa signora giapponese, viaggiatrice anche lei, che parla italiano perché ha fatto l'Erasmus a Firenze e mi fa da tramite con il personale aeroportuale) riesco ad aggregarmi ad un gruppo di giapponesi inviperiti per il ritardo di 5 ore (che ci ha fatto perdere gli ultimi collegamenti con Osaka) e ottengo l'ultimo posto libero in un albergo, visto il periodo di alta stagione, nell'interland aeroportuale (a spese della Turkish) per una doccia e una veloce dormita nelle poche ore notturne rimaste.
Due considerazioni prima di continuare:
1) l'aver prenotato la prima notte di albergo a Nara tramite Booking senza pagare nulla in anticipo e con possibilità di annullamento fino al giorno stesso, mi ha permesso di non dover perdere la notte in questione (ho annullato la prenotazione telefonicamente direttamente dall'aeroporto di Istanbul appena reso noto il ritardo)
2) l'impatto con il Giappone mi ha subito messo di fronte agli occhi la triste e sconcertante verità in merito alla scarsissima conoscenza dell'inglese nel paese: solo la fortuna di aver conosciuto la signora che sapeva l'italiano mi ha permesso di ottenere, come mio diritto, l'adeguata sistemazione temporanea ad uso gratuito; altrimenti avrei passato la notte sulle poltroncine della sala di attesa dell'aeroporto (come ho trascorso le 5 ore notturne ad Istanbul in attesa della partenza per il Giappone),
Comunque...partita dall'Italia il giovedì nel tardo pomeriggio sono giunta in Giappone solo il venerdì verso mezzanotte...
NB: per navigare in internet in Giappone io ho utilizzato la B-mobile visitor sim, da 1 GB o da 14 giorni con GB illimitatia, prepagata (3791 yen), non necessita di attivazione ed è ricaricabile (attenzione però a controllare che il proprio smartphone o tablet sia compatibile, perché funziona solo con IOS e Android e non con Windows Phone e non è compatibile con tutti i modelli...I-Phone, I-Pad e Samsung Galaxy sono compatibili). Si ordina e si paga il tutto dal sito on line, scegliendo solo il tipo di sim(classica, micro o nano), e si sceglie come indirizzo di spedizione quello preferito insieme al giorno di recapito...io me la sono fatta recapitare nel primo hotel di Kyoto e l'ho trovata lì in reception al mio arrivo. Molto comoda ed utile.
NB: per navigare in internet in Giappone io ho utilizzato la B-mobile visitor sim, da 1 GB o da 14 giorni con GB illimitatia, prepagata (3791 yen), non necessita di attivazione ed è ricaricabile (attenzione però a controllare che il proprio smartphone o tablet sia compatibile, perché funziona solo con IOS e Android e non con Windows Phone e non è compatibile con tutti i modelli...I-Phone, I-Pad e Samsung Galaxy sono compatibili). Si ordina e si paga il tutto dal sito on line, scegliendo solo il tipo di sim(classica, micro o nano), e si sceglie come indirizzo di spedizione quello preferito insieme al giorno di recapito...io me la sono fatta recapitare nel primo hotel di Kyoto e l'ho trovata lì in reception al mio arrivo. Molto comoda ed utile.
NB: Il Japan Rail Pass per 7 gg mi ha permesso di girare il Giappone in treno in lungo e in largo, l'ho acquistato dal sito Japan Experience a circa 200 euro (dipende dal cambio euro/yen del momento); per gli orari e i costi dei treni visitate il sito Hyperdia. La prenotazione del posto a sedere non è così ovvia a causa delle difficoltà di comunicazione: io avevo salvato tutte le tratte che mi interessavano sul tablet e al banco della biglietteria facevo vedere direttamente la pagina interessata, così da non cadere in errore...e i ragazzi giapponesi della biglietteria hanno gradito l'aiuto! Inoltre in non tutti i treni si possono riservare i posti (no su Nara-Kyoto) e in non tutti i treni le fermate sono scritte in caratteri occidentali (salvate dal sito Hyperdia il resoconto degli orari di tutte le fermate della tratta prescelta, così da non sbagliare)
PRIMO GIORNO: Mattinata a NARA
Il sabato mattina, dopo levataccia alle 5:30, taxi per l'aeroporto (non compreso il trasferimento di rientro in aeroporto da parte della Turkish) e, dopo cambio/attivazione del JRP in aeroporto presso l'ufficio della JRP (indicato con l'insegna verde e bianca con l'omino seduto in poltrona), prendo il primo treno locale e, in circa 90 min (con cambio a Tennoji), finalmente giungo alla prima tappa del mio tour, Nara.
Antica capitale del Giappone dal 710 al 794, Nara è la culla della tradizione giapponese tanto che è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1998. Situata a circa 40 minuti di treno a sud di Kyoto, è conosciuta per la letteratuta, la storia, la cultura.Gli imperatori che regnarono a Nara professavano il Buddismo quindi edificarono molti templi dedicati a questo culto.
La zona interessante per il turista è vicina alla stazione, in quanto, procedendo diritto verso est, si giunge all'ingresso del parco di Nara o parco dei cervi (esemplari di cervi maschi e femmine convivono liberi con i visitatori alla ricerca di tipici cracker rotondi - Shika-Senbei - da mangiare).
Il cervo è un animale "sacro", simbolo della città e riprodotto anche sui tombini nelle strade.
NB: nella piazza della stazione si trova un ufficio turistico dove poter avere dettagliate cartine dell'area del parco e dei templi.
Il tempio Kofuku-ji con la pagoda a 5 piani, il santuario Kasuga Taisha con le sue migliaia di lanterne raggiungibile su una collina dopo aver attraversato il Parco del Cervo e il tempio Todai-ji (Grande tempio dell'est, edificio in legno più grande al mondo, entrata 500 yen) con al suo interno la statua del Buddha Daibutsu (Grande Buddha) in bronzo e oro (16 metri d'altezza per oltre 500 tonnellate di peso) e la colonna in legno con un'apertura in basso, dove i bambini passano come porta fortuna, sono certamente da visitare e fotografare.
Da vedere anche il quartiere Naramachi, tipico per la presenza delle case tradizionali.
La cittadina si visita comodamente in 4-5 ore.
Per i pasti mi sono imposta di seguire il più possibile le usanze del posto e ho cominciato proprio a Nara scegliendo un ristorantino tipico nella stazione JR (Yayoiken Naraeki). Il posto era frequentato da soli giapponesi e il meccanismo di ordinazione era quantomeno strano per le abitudini italiane: per ordinare, infatti, ci si affidava ad una sorta di grosso bancomat dove, tramite monitor touch screen, tutto rigorosamente scritto in giapponese, si sceglievano i vari piatti (dei quali era presente una fotografia - che mi ha aiutato vista la mancanza della traduzione inglese - con accanto il prezzo in Yen). Dopo aver scelto tutto, compreso il bere, si inserivano i soldi o la carta di credito nelle apposite fessure e la macchina ci forniva uno scontrino. Quindi ci si segnava in una lista d'attesa su un librone all'ingresso e la cameriera ti chiamava appena era libero un tavolo, dove trovavi il tipico asciugamano caldo e dopo circa 5 minuti ricevevi l'ordinazione scelta con i soliti mille inchini, della quale aveva già ricevuto il resoconto tramite "filo diretto" con la strana "macchina-bancomat". La spesa irrisoria rispetto alle tariffe italiane...tra i 600 e gli 800 yen (6-7 euro) per una piatto completo di pesce o carne con il riso e il bere...e tutto buonissimo.
PRIMO GIORNO: Pomeriggio a KYOTO
Nel pomeriggio dopo 50 minuti di treno (JR Nara Line Rapid Service) sono arrivata a Kyoto e ho preso possesso della camera presso il Daiwa Roynet Hotel Kyoto-Hachijoguchi.
Prima di cena ho avuto il tempo di prendere sempre lo stesso treno della JR WEST che fa la spola con Nara e raggiungere in 5 minuti la fermata di Inari, dove ho potuto visitare lo splendido Fushimi Inari (dai famosi torii rossi che hanno fatto da cornice anche al film "Memorie di una geisha"). Centinaia di colonne rosse (con ideogrammi neri dipinti nel verso della lunghezza) una di seguito all'altra costeggiano una passeggiata pavimentata che risale la collina fino alla cima, interrotte, ogni tanto, solamente da piccoli tempietti: giungere alla sommità della collina fino al tempio più grande non è obbligatorio...sono 4 km e il tempio non offre nulla di particolare...la particolarità è tutta nel camminare all'interno di quello strano colonnato e fotografarlo da diverse prospettive...
In serata ho visitato l'immensa e futuristica stazione di Kyoto...15 piani con vista sulla grande Kyoto Tower, che la sera offre il suo lato migliore per la particolare e colorata illuminazione. Quindi ottima cena presso il ristorante Bagabondo, proprio sulla via dell'albergo, sulla sinistra dirigendosi verso la stazione (Minami-ku, Higashikujō) con prezzi ottimi (tempura o sashimi 950 yen, salmone o birra 500 yen).
SECONDO GIORNO: Intera giornata a KYOTO
La mattina, dopo un veloce trasferimento dall'albergo vicino alla stazione al tipico Ryokan Hirashin più centrale e vicino al quartiere Gion (non potevo non provare almeno una notte in una sistemazione tipica giapponese...), ho preso l'autobus n. 5 (ma andava bene anche il n.100) fino alla fermata Ginkakuji-michi nella zona nord est della città nel quartiere Higashiyama. Da lì, sotto una pioggerellina continua ma, fortunatamente, poco fastidiosa, ho percorso i 2 km della Passeggiata del Filosofo, piccolo sentiero che costeggia un canale tra i ciliegi in fiore tra il tempio Ginkaku-ji e il tempio Nanzen-ji, luogo amato da un professore di filosofia che era solito percorrerlo a piedi per recarsi all'università di Kyoto. Lasciata la passeggiata e ripreso l'autobus sono scesa al Santuario Heian, anticipato da un viale sormontato da un grande torio rosso. Da lì con una piacevole camminata ho raggiunto il quartiere Gion e, durante il tragitto a piedi, ho potuto fotografare da vicino una modella in costume tradizionale che faceva delle foto sotto ai ciliegi in fiore vicino ad uno dei canali del fiume Kamo (dal grosso torio rosso sono andata avanti lasciandomi il tempio alle spalle, ho superato il ponte rosso sul fiume e ho girato a destra, quindi ho preso la prima traversa a sinistra che costeggiava un piccolo canale con i ciliegi che conduceva vicino alla stazione Higashiyama). Nel percorso ho scelto di passare nel parco dello Yasaka Shrine, molto curato, pieno di verde, ciliegi, laghetti, bancarelle e famiglie giapponesi. Sono stata molto fortunata: essendo domenica mattina, oltre ad incontrare moltissimi giapponesi in abito tradizionale (nonché gran gruppo di giovani ragazze con bellissimi kimono colorati), ho potuto assistere ad alcuni minuti di un matrimonio tradizionale, con sposa in kimono bianco riparata sotto un grosso ombrello rosso e gran corteo di parenti dietro....Dal parco ci si ritrova direttamente sul grande viale che attraversa il quartiere Gion (il centro del quartiere si sviluppa sulla sinistra).
Da Gion ho poi raggiunto di nuovo il fiume Kamo e ho risalito il fiorito e pittoresco lungo fiume (dove ho notato che ogni ciliegio ha una targhetta intorno al tronco che lo numera) fino ad attraversare il ponte che segna l'accesso al quartiere Kawaramachi. Da lì mi sono addentrata sulla destra nel quartiere Pontocho, attraversato da un o dei canali del Kamo, molto pittoresco e colorato e secondo quartiere tradizionale di Kyoto, che nulla ha da invidiare al più famoso Gion.
Giunta in prossimità della fermata Sanjo, ho voltato sulla sinistra rientrando nel quartiere Kawaramachi e dirigendomi verso sud-ovest per tornare al Ryokan attraversando i viali coperti con i tanti negozi del Teramachi (lì, se non ricordo male, c'è pure un'agenzia di viaggi che fa da biglietteria per il JRP). Ho mangiato un'ottima brioche e gustato un buon tè presso una sorta di Brasserie che si chiamava Paul (e vendeva anche pane fresco).
Tornata nel Ryokan ho giusto avuto il tempo per una doccia e poi, per le 18 circa, sono andata a visitare il Nijo Castle durante l'apertura notturna....veramente suggestivo al tramonto e poi illuminato da tante lanterne! C'era un concerto di donne che suonavano lo tsuzumi e tante bancarelle che vendevano i tipici spiedini di Dango. Per la cena ho scelto uno dei migliori ristoranti di Ramen di tutta Kyoto (veramente ottimo!!!) presso la catena Ippudo Nishikikouji, che si trovava a due passi dal Ryokan (vicino al Daimaru Department Store).
TERZO GIORNO: KYOTO - KANAZAWA (nella pagina GIAPPONE #2 Il fascino delle ALPI GIAPPONESI)
QUARTO GIORNO: KANAZAWA - SHIRAKAWA-GO - TAKAYAMA - TOKYO (nella pagina GIAPPONE #2 Il fascino delle ALPI GIAPPONESI)
QUINTO GIORNO: TOKYO (nella pagina GIAPPONE #3 Il fascino della CAPITALE D'ORIENTE)
SESTO GIORNO: Mattinata a TOKYO (nella pagina GIAPPONE #3 Il fascino della CAPITALE D'ORIENTE)
SESTO GIORNO: Pomeriggio a OSAKA
le prime ore del pomeriggio ho utilizzato la Tokaido Shinkansen e in circa 3 ore ho raggiunto comodamente e velocemente la stazione di Shin-Osaka tramite il treno Hikari (con il JRP non si possono prendere il Nozomi e il Mizhuo).
Ho preferito soggiornare presso l'hotel Remm Shin-Osaka, struttura economica, moderna e recente che sorge agli ultimi piani del grattacielo direttamente all'interno della stazione JR, comodissima per l'aeroporto o la linea ferroviaria.
In serata ho preso il treno e sono andata a Osaka (JR Kyoto Line) dove ho visitato il quartiere dei negozi e della movida notturna, Namba, che si sviluppa in parte nei sotterranei (Crysta Nagahori)della città ed in parte a livello strada (Dotombori) sotto ampie coperture in acciaio e plexiglas.
Per la cena ho scelto la sempre ottima catena "Sushi Zanmai".
SETTIMO GIORNO: Mattinata a KYOTO
Da Shin Osaka ho deciso di tornare una mezza giornata a Kyoto perché volevo visitare i templi della zona ovest. Ho raggiunto la stazione Hanazono tramite la linea JR Sanin Main Line e da lì a piedi in circa 10 minuti ho raggiunto il Ninna-ji temple: poi, sempre a piedi tramite una comoda passeggiata di circa 3 km, ho visitato prima il Ryoan-ji temple e poi il Kinkaku-ji temple (Golden Pavillion). Dall'ultimo tempio ho ripreso il treno alla stazione Enmachi e sono tornata alla stazione centrale.
SETTIMO GIORNO: Pomeriggio a OSAKA
Rientrata verso Osaka ho utilizzato la Circle Line della città (fermata Osakajokoen o Morinomiya) e sono andata a visitare il Castello di Osaka.
Il castello, dall'architettura tipicamente giapponese a 5 piani, sorge su una collina sul lato nordest della città ed è circondato da un grande parco ricco di verde e fossati pieni di acqua.
La passeggiata nel parco è veramente piacevole soprattutto scendendo verso la fermata Morinomiya.
Nel tardo pomeriggio, dopo un altro veloce giro per acquistare qualche souvenir nel quartiere Namba, sono tornata a Shin-Osaka e da lì ho preso il treno LTD EXP Haruka per l'aeroporto Kansai e il mio rientro in Italia.
Il KANSAI è una delle regioni più turistiche del Giappone ed è, senza dubbio, una zona assolutamente da visitare, dal fascino misterioso e ricca di tradizione da scoprire.
Non voglio essere fraintesa, i templi sono bellissimi, i giardini sono semplicemente perfetti, tutto è organizzato, puntuale e pulito, la gestualità e la cortesia del popolo giapponese è veramente sopraffine, l'Hanami ha certamente avvolto tutto in un'atmosfera di mistero e la spiritualità, l'educazione e il silenzio permeano tutti i luoghi sacri...Consapevole, però, della storia della nazione (il periodo Heina, l'epoca Edo, il giappone imperiale...) e di ciò che, agli occhi di noi occidentali, risulta più caratteristico di questo popolo, immaginavo di ritrovare più segni del passato e della cultura orientale; invece poche sono state le testimonianze della cultura samurai, della scuola delle geishe, della cerimonia del tè e dei vari altri affascinanti rituali che non ho potuto ritrovare nella quotidianità a me più accessibile come turista e che, purtroppo, sono conservati solo in un contesto iperturistico negli spettacoli e negli intrattenimenti organizzati e, immagino e spero, nella riservata e intima vita privata di ogni tipica famiglia giapponese.
CURIOSITA' E CONSIDERAZIONI FINALI:
1- le bici sono tutte registrate con il nome del proprietario ad una sorta di "motorizzazione" dei cicli e non si possono lasciare dove si vuole, ma ci sono dei posti con cartelli specifici (a me rimane ancora confuso e poco chiaro come andassero interpretati i cartelli). Se si lascia la bici in maniera non consona i vari addetti che girano (anche loro in bici) per la città, lasciano un talloncino di carta arancione con un elastico legato al manubrio che non è altro che una "bella" multa!
2- il Giappone è completamente senza barriere architettoniche e c'è una sensibilità quasi maniacale e curata in ogni dettaglio per le persone non vedenti...semafori, percorsi stradali, segnali e indicazioni sonore non mancano da nessuna parte!
3- in ogni sistemazione alberghiera ho ritrovato tutto il necessario per la cura personale e per il corpo: bagno schiuma, shampoo e balsamo in grandi dispenser (spesso della Shiseido); piccola spazzola ripiegabile, dentifricio e spazzolino, elastici per capelli, phon, ciabattine, bollitore con tè/caffè (nota di servizio: il wc con i pulsanti che fa anche da bidet a differente spruzzo a seconda del sesso e che ha il sedile riscaldabile o la musica è semplicemente eccezionale e la carta igienica è spesso senza strappi, ma un'unica lunga striscia di cotone).
4- non c'è quasi mai il free wifi né in stazione né sul treno, neanche sugli Shinkansen...alcune stazioni hanno accessi a tempo con limite giornaliero gratuiti previa registrazione (come nella metro di Tokyo).
5- gli alberghi conviene prenderli vicinissimi alle varie stazioni poiché spesso raggiungere una struttura anche a breve distanza può risultare molto complicato per via dei cartelli stradali poco chiari e della caratteristica di tutti i giapponesi incontrati di essere molto cordiali disponibili e prodighi verso il prossimo ma essere, allo stesso tempo, completamente incapaci di fornire corrette indicazioni stradali e non portati all'orientamento (si rischia di girare in tondo 1/2 ora magari per trovare un albergo che è sempre stato dietro l'angolo...)
6- tutte le stazioni (di treni e bus) hanno i comodissimi COIN LOCKER che, per pochi yen, permettono di lasciare il bagaglio (come ho fatto io nel mio tour caratterizzato da frequenti spostamenti) ben custodito e pronto per essere ripreso finita la passeggiata senza creare intralcio
7- mi ha stupito vedere come in Giappone ci sono più o meno 5 persone a fare la stessa cosa che in Italia la fa un lavoratore da solo; molti lavori sembrano catene di montaggio, tutto è organizzato e schematizzato da alienanti ripetizioni di gesti e parole quasi fosse un rituale;
8- la cultura per il capello e l'igiene è ossessione: è pieno di parrucchieri aperti fino a tardi e tante persone indossano una mascherina bianca sul volto magari perché sono influenzati e non vogliono trasmettere le infezioni
9- è pieno di bistrò e ristoranti francesi...chissà come mai...
10- ogni controllore sul treno ha sempre mantenuto lo stesso rituale: entrata da fondo vagone, percorso tutto il vagone a testa bassa con sosta all'estremità opposta, mega inchino e inizio del controllo con una gestualità e delle parole reiterate nel tempo e nei diversi luoghi con enorme attenzione e cura
11- il resto di un pagamento o la carta di credito viene riconsegnato da chi riceve il pagamento ponendo il tutto su un piattino; i calcoli spesso vengono eseguiti su una calcolatrice e alla fine viene mostrato il prezzo finale sulla stessa...forse per evitare incomprensioni...12- i giapponesi, anche quando devono esprimere un dissenso o un rifiuto lo fanno con un sorriso e magari un inchino
13- ci sono tantissimi giovani che lavorano, l'impressione che ho avuto è che la disoccupazione sia molto bassa;
14- molti uomini in metropolitana o sui treni indossavano una borsa personale (stile donna) che si portano in giro a tracolla o a mano.
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