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NORVEGIA #1 TOUR DEL SUD

Luglio 2015. Si parte per l’ennesimo viaggio, “zaino in spalla”, per esplorare l’estremo nord Europa… IL MOMENTO DEL REGNO DI NORVEGIA E’ GIUNTO

PICS
































































TIPS

Per raggiungere la penisola scandinava e, più precisamente Oslo, mi sono affidata alla compagnia aerea low cost Ryan Air (circa 190 euro volo A/R con bagaglio a mano + 15 kg in stiva) con partenza dall’aeroporto di Bergamo ed arrivo all’
aeroporto di Moss Rygge, situato sulla costa sud a un’oretta di bus dalla capitale norvegese. Il volo dura circa 3 ore e mezzo e il fuso orario è lo stesso dell’Italia.
Giunta in Norvegia , sono da subito entrata nel vivo del tour programmato iniziando a macinare Km.
Il paesaggio norvegese è vasto e con bassissima densità demografica. Vi sono circa 5 milioni di abitanti su una superficie di 385000 Kmq. La natura è predominante ed incontaminata,  anche se, a mio parere, poco variegata, in quanto, percorrendo km e km in auto, dopo i primi fiordi e altopiani ci si accorge che tutto è un po' simile. La fauna non è altrettanto predominante (le renne sono molto presenti da Tromso verso nord). I costi di viaggio sono elevati, in quanto i prezzi sono di media il doppio di quelli italiani (il reddito annuo procapite di un norvegese è pari a 88000 euro). Il carburante è più costoso rispetto all'Italia. I limiti di velocità sono stati veramente "asfissianti" per me poiché sono molto bassi rispetto al nostro paese e mi hanno indotto a lunghe e noiose ore al volante per raggiungere i diversi posti da visitare che sorgevano spesso a distanze considerevoli o erano comunque mal collegati rispetto a quanto siamo abituati in Italia. I trasferimenti in traghetto sono rari e comunque abbastanza costosi.

TOUR DEL SUD
Auto noleggiata dall’Italia con la compagnia SIXT (una Ford Fiesta benzina con il cambio automatico1976 corone per 3 gg di noleggio unico conducente e km illimitato +  466 corone circa pagate alla fine per il noleggio del loro "autopass" e per i pedaggi autostradali, nessuna copertura assicurativa extra) 

GIORNO 1:  DA AEROPORTO MOSS-RYGGE a ODDA (415 Km)


Nel primo pomeriggio mi sono messa in moto alla volta della cittadina di Odda.
Sin da subito ho capito che le distanze da percorrere pur essendo di medio raggio, avrebbero richiesto molte ore seduti in auto: in Norvegia infatti non esistono le autostrade, ma le loro “strade veloci” (denominate con la lettera “E”), passano dentro i centri abitati, hanno rotatorie, incroci a raso, ponti sul fiordo e per il 90% sono costituite da una corsia per carreggiata senza divisione al centro e hanno un limite di 70 Km /orari massimi. Insomma, sono simili alle nostre statali principali e per fare 100 km ci vogliono quasi due ore a volte.
Lungo la  E134, poco dopo la cittadina di Nottoden, ho potuto ammirare la Heddal Stavkirke, la più grande delle 28 chiese in legno strutturale (pino norvegese) conservate in Norvegia. Ovviamente l’ingresso è, come per gran parte delle chiese, a pagamento, ma la  particolarità della chiesa è proprio la sua forma e la sua struttura in legno…e entrambe le cose possono essere tranquillamente ammirate e fotografate gratuitamente dal piazzale e dai giardini antistanti.
Ripartita, ho lasciato la strada principale svoltando verso nord su una desolata e spettacolare strada di montagna, percorribile solo in estate, che mi ha condotto prima al piccolo villaggio montano di Tuddal e quindi alla cittadina di Rjukan sulla statale 37, che dà accesso al freddo, innevato e panoramico altopiano glaciale Hardangervidda alle pendici del Gaustatoppen. Un paesaggio di rara bellezza con i suoi laghi ghiacciati, la neve sulle pendici delle vette,  il fascino degli spazi incontaminati e selvaggi.  Il silenzio, i toni dell’azzurro del verde e del bianco e il vento freddo la facevano da padrone… 
Ho lasciato a malincuore questo paesaggio selvaggio e incontaminato, e, dopo alcune deviazioni, mi sono ritrovata sulla statale 13. L’ultimo tratto di strada per scendere dall'altopiano e raggiungere la destinazione è stato nuovamente affascinante con i tornanti ripidi e stretti prima e le due imponenti cascate poi, proprio al fianco della statale (la prima sulla sinistra e la seconda, doppia, sulla destra) che con la loro portata d’acqua creavano una densa nube di schizzi, visibile da lontano, sulla strada stessa.
Giunti per l’ora di cena presso il paese di Odda, ho cenato e pernottato presso il Trolltunga Hotel, struttura che sorge accanto ad un impetuoso torrente che attraversa la scoscesa vallata (rapporto qualità prezzo non dei migliori, ma scelta quasi obbligata vista la scarsa offerta in zona). 
Durante la cena a base di birra, zuppa di pesce e salmone al forno (un po’ troppo cara anche per la media, già alta, norvegese), ho incontrato una giovane coppia di italiani che erano appena tornati dall’escursione sul Trolltunga (che io avevo in  programma per la mattina successiva). Con mio enorme dispiacere, dopo il loro dettagliato racconto, ho deciso di non poter affrontare questa lunga escursione di 10 ore totali tra salita e discesa. 
Sebbene sia una donna allenata e sportiva  al di sopra della media e vada molto spesso sulle nostre splendide Dolomiti in escursione anche su vie attrezzate,  per questa “gita” ero equipaggiata, abbigliamento a parte, solo con una scarpa da trekking bassa in goretex e vibram (quella da avvicinamento che di solito uso per raggiungere i luoghi delle arrampicate) poiché, viste le descrizioni trovate sui blog e anche sul sito ufficiale norvegese, ritenevo erroneamente che fosse sufficiente. Invece, i ragazzi mi hanno detto che dopo il primo ripido tratto in salita, tutto il resto del lungo percorso in falso piano, si svolgeva tra fango prima e, nonostante fosse luglio inoltrato, neve alta poi e che loro, nonostante gli scarponcini alti ed i bastoncini telescopici per aiutarsi a non scivolare (che io non avevo), erano tornati con il fango e la neve fin dentro le calze, le scarpe da lavare e hanno fatto un’estrema fatica soprattutto per la discesa scivolosa. Pertanto, visto anche che con i tempi ero un po’ tirata (avevo inserito questa tappa all’ultimo momento “incastrandola” un po’ a forza e stringendo al limite i tempi delle varie tappe) e, dopo l’escursione, a fine pomeriggio del giorno seguente, nonostante la stanchezza, avrei dovuto affrontare 3 ore e mezzo di viaggio fino a Bergen, senza doccia né riposo, ho in ultima analisi deciso di saltare, a malincuore, questa escursione.
NB: se volete raggiungere il Trolltunga vi consiglio perciò di arrivare sul posto la sera prima, partire la mattina presto ben equipaggiati con scarponcini, ghette, bastoncini telescopici, cappello, guanti, abbigliamento idoneo, non meno di 10 ore di tempo per raggiungere la lingua di roccia, riposarsi e scattare due foto in cima e tornare indietro.


GIORNO 2: DA ODDA A BERGEN (440 Km)


Dopo una monotona colazione compresa nel pernottamento, sono partita, un po’ delusa dalla scelta dell’hotel e dalla mancata “gita”, alla volta della città di Bergen.
L’itinerario non è stato diretto, perché, avendo messo da parte l’idea di raggiungere il Trolltunga, mi sono ritrovata ad avere tutta la giornata di nuovo a disposizione; quindi ho deciso di modificare ulteriormente il percorso che avevo programmato.
Mi sono perciò diretta prima a nord sulla statale 13 (un paio di km dopo il centro abitato di Odda, poco prima di Tyssedal, sulla destra, c’è il parcheggio da cui parte la salita per il Trolltunga), quindi, invece di proseguire per Bergen, ho girato verso est sulla statale 7 passando per Elsfjord, punto di accesso all’Hardangervidda, il più grande altopiano di montagna dell’Europa settentrionale.
Qui la statale 7 diventa uno spettacolo di ingegneria civile: si inerpica, salendo velocemente di quota, attraverso una serie di spettacolari gallerie a spirale impilate su più livelli nello stesso tratto di roccia.

Dopo questi ripidi 20 km  mi sono ritrovata sulla sommità dell’altopiano e ho fatto sosta subito dopo per ammirare, sulla sinistra, il salto ripido della Voringsfossen che si getta nella profonda gola: si può ammirare gratuitamente parcheggiando alla caffetteria sulla sinistra della statale e seguendo uno dei tanti sentierini che portano ai vari belvederi, alcuni senza protezioni!
(NB: per vedere tutte le cascate si può scegliere il belvedere alla sinistra della caffetteria, invece per vedere più da vicino la cascata principale si sceglie uno dei sentierini sulla destra della caffetteria).
Dopo la cascata, la statale ha attraversato l’altopiano in un morbido e tortuoso saliscendi  estremamente panoramico: il paesaggio desolato e quasi “ultraterreno” è caratterizzato dal blu intenso dei  laghi e dei torrenti glaciali e dal bianco candido dei nevai che si alternano alle chiazze di verde-marrone della tundra...un vero spettacolo per gli occhi.
Giunta all’altezza di Geilo, località di villeggiatura sciistica invernale e escursionistica estiva,  dopo una veloce sosta presso la caffetteria A Tartiner Bakeri per uno spuntino, ho preso la statale 50 in direzione di Flam, seconda tappa  della giornata.
Flam è una piccolo villaggio iperturistico (500.000 visitatori all’anno) e non così pittoresco, adagiato sul fiordo di Aurland, alle pendici dell’altopiano, ed è raggiungibile in auto mediante la statale 50 o la E16, in nave attraverso il fiordo (tramite battelli o navi da crociera che qui fanno tappa, compresa l’italiana Costa Crociere) o in treno mediante la Flamsbana che attraversa le montagne dell’altopiano partendo da Myrdal, stazione “crocevia” non raggiungibile con mezzi diversi dal treno,  posta sulla linea ferroviaria principale che collega Oslo e Bergen.
Io ovviamente non ho sperimentato il percorso ferroviario, perché fuggo sempre da ogni tipo di giro turistico convenzionale con i quali risulta impossibile “calarsi” nello spirito locale e confondersi con la popolazione! Quelli di solito proposti dalle agenzie di viaggio sono tour organizzati in modo da alternare le escursioni  a negozi di souvenir  e varie attrazioni definite “imperdibili” in compagnia di gruppi di europei  attempati (in calzino corto bianco bermuda e sandalo) o file di orientali con cappellino/ombrellino (e scatto “compulsivo” grazie a fotocamere extraprofessionali con megaobiettivo di ultima generazione al seguito).
Comunque, la Flamsbana (spesso associata negli esosi tour a una parte di itinerario in bus fino a Voss e una gita in battello nel fiordo fino a Gudvangen) sembrerebbe essere una linea ferroviaria capolavoro d’ingegneria per il dislivello di più di 800 metri in 20 km e 20 gallerie e, insieme alla linea ferroviaria principale che collega Oslo e Bergen, è considerata una delle ferrovie più spettacolari al mondo per le altitudini elevate (1200 mt il punto più alto) e il panorama (cosa si riuscirà alla fine a fotografare/vedere tra il movimento del treno e le gallerie non è dato sapere….).
Rimessa in marcia, dopo un paio di foto testimonianza al trenino e alle navi da crociera, mi sono concessa un’ultima sosta a Stalheim, villaggio che domina dall’alto la vallata. Dal giardino-terrazza dello Stalheim Hotel ho potuto ammirare lo splendido panorama sulla valle e sul fiordo e quindi sono scesa per la vecchia strada postale (pendenza del 18% e percorribile solo in discesa) per ammirare le due splendide cascate lungo il percorso.
Dal fondo valle ho quindi tirato dritto fino a raggiungere Bergen nel tardo pomeriggio.
Lasciata l’auto presso il comodo ed economico parcheggio all’ingresso della città (50 corone per 16 ore circa di permanenza), ho raggiunto il grazioso ostello prescelto, il Marken Guesthouse e quindi mi sono concessa un giro al mercato del pesce della Torget, aperto dal mattino presto fino a inizio serata (7-21), e pieno di ogni freschissima prelibatezza ittica (salmone, pesce spada, aragoste, granchi reali, astici, gamberoni, stoccafissi e chi più ne ha più ne metta!) e poi una breve passeggiata tra le case di legno colorato del vecchio quartiere di Bryggen, sulla riva orientale del porto.
La giornata è terminata con una cena a base di un gustoso filetto di balena presso il locale Pingvinen (prezzi medi, poco turistico, informale, specializzato in cucina norvegese e frequentato da giovani del posto) e quindi una risalita con la funicolare Floibanen fino alla vetta del monte Floyen (85 corone il biglietto A/R), da dove ho potuto ammirare in tutto il suo splendore la città circondata dai 7 colli e dai 7 fiordi ed illuminata da uno splendido tramonto sul mare in tarda serata.
GIORNO 3: DA BERGEN A OSLO (560 Km)

Dopo una buona colazione (nella caffetteria ) mi sono rimessa in auto con destinazione Oslo.
Questa giornata è stata, sicuramente, la più difficile dal punto di vista della guida: 560 km per raggiungere l’aeroporto di Moss Rygge e riconsegnare l’auto in abbondanti 8 ore di guida con una sola pausa per un panino al volo. 
Ho deciso di non passare per la via più breve e diretta per non ripetere lo stesso percorso dell’andata, poter vedere altre zone dell’altopiano ed evitare, per quanto possibile, la superstrada  (che ha molti più controlli di velocità) e poter andare leggermente più veloce e rilassata. All’altezza di Flam, pertanto, ho preso il tunnel e proseguito sulla E16; poco dopo l’abitato di Borgund, ho girato verso sud sulla statale 52 che attraversa l’altopiano fino a Gol.
A Hemsedal, località sciistica invernale, mi sono fermata per pranzo.
Quindi, all’altezza di Gol ho preso la statale 7 verso sud fino in prossimità di Oslo da dove, con la E6, sono tornata in aeroporto a Moss-Rygge.
Riconsegnata l’auto ho raggiunto il centro di Oslo con il bus Rygge Ekspressen in circa un’ora (300 corone A/R, pagato e riservato on line dall’Italia).
In realtà lasciata l’auto nel park aeroportuale della Sixt ho dovuto inserire fiduciosa le chiavi con il ticket di ingresso nell’apposita buca del desk perché, nonostante fossimo regolarmente in orario di apertura, alle 18 di venerdì il desk della SIXT era chiuso (la compagnia SIXT mi ha estremamente deluso…e la sconsiglio per la Norvegia….ma vi spiegherò meglio più tardi).

A Oslo ho soggiornato due notti presso il grazioso ed economico Comfort Hotel XpressYoungstorget, in zona centrale, seppur laterale, raggiungibile in 5-10 minuti a piedi dal busterminalen (hotel pulito e nuovo, camere confortevoli, bella terrazza panoramica e macchina per caffè e tè sempre attiva e gratuita!!!!)
Per la cena ho scelto il Caffè Sara, accogliente pub a 5 minuti dall’hotel con ottima scelta di birre, tavoli all’aperto, prezzi medi (fish & chips e bacon burger buonissimi + 2 birre a 448 corone). Dopo cena ho raggiunto il lungomare per ammirare, da vicino ed illuminata, la splendida Opera House, struttura architettonica dai tratti futuristici, imponente e dalle linee squadrate in marmo bianco, vetro e legno (Den Norske Opera & Ballet) che affiora dalle acque come a ricordare un’iceberg che galleggia sulla baia.
GIORNO 4: OSLO
Giornata interamente dedicata alla visita della capitale norvegese.
La domenica  i musei nazionali hanno tutti l’ingresso gratuito, pertanto ne abbiamo approfittato:
-   al mattino, dopo alcune foto esterne alla cattedrale (Domkirke), alla biblioteca nazionale e al Parlamento (Stortinget) ho visitato la Nasjonalgalleriet, che ospita opere d’arte norvegesi ed europee dal romanticismo ai giorni nostri (belle alcune opere di Gaugain e Picasso), tra tutte da ricordare ovviamente il famoso “Urlo” di Munch (quadro piccolino che non può essere fotografato….chissà mai perché…. e che,  visto da vicino, un pochino mi delude, in quanto perde certamente un po’ della sua “forza empatica”…); quindi passeggiata fino al palazzo reale (Det KongeligeSlott) e al municipio (Radhus). 
-   prima di fermarmi per il pranzo ho visitato il castello e la fortezza di Akershus che svettano sul lato orientale del porto davanti al municipio (da dove partono i ferryboat per le altre isole della città).
-   il pomeriggio lo ho dedicato alla visita al museo d’Arte Contemporanea (Museet for Samtidskunst) e al Museo Nazionale di Architettura (entrambi ideali per visite con i bambini, perché in uno c’è un’area gioco con le costruzioni di legno dove io ho rischiato di passare un pomeriggio intero e nell’altro ci sono molte altre aree gioco per tagliare colorare o inventare adatte ai più piccoli…e non solo!!) e quindi ho preso il traghetto n.91 (55 corone; comprate i biglietti A/R presso il chiosco adiacente alla banchina e non direttamente sul traghetto perché costano di più una volta a bordo!!!) per una passeggiata sull’isola di Bygdoy dove sorge la bianca Oscarshall (il castello di re Oscar I). La prima fermata di Dronningen è ideale per visitare il museo vichingo e del folklore; la seconda fermata di Bygdoynes conduce al museo marittimo e al museo della nave polare Fram.
Per i pasti principali ho optato per queste soluzioni:
- colazione presso il chiosco Kaffebrenneriet nella piazza di fronte alla biblioteca nazionale (tavolini all’aperto, ottime brioches e yogurt, caffè economico; si prende bene il wifi gratuito Oslo guest)
- pranzo presso il Caffè Skansen su Radhusgata, vicino all’ingresso del castello: un po’ troppo turistico, prezzi altini ma se prendete uno degli starter, tra cui la buona zuppa di pesce, risparmiate un po’ (98 corone per uno starter di zuppa di pesce + acqua) e vi riposate al fresco in uno dei tanti tavoli all’aperto
- cena presso il Caffè Sara (il locale che avevo scelto,  ”Rust” sulla collina dietro al palazzo reale, era aperto, ma la cucina, vista la mancanza di studenti che di solito affollano il locale, era già chiusa e si poteva solo bere…) 

GIORNI 5- 12: TOUR DEL NORD 
GIORNO 13: TROMSO – OSLO (VOLO Norwegian Airlines)
Sono giunta al BusTerminalen di Oslo nel primo pomeriggio, dopo la riconsegna dell’auto noleggiata presso l’aeroporto di Tromso, le due ore di volo Norwegian Airlines e l’oretta di viaggio in bus da Gardermoen al centro della capitale. Questa volta avevo scelto una sistemazione più vicina al terminal dei bus, sempre facente parte della catena Nordic Choice (Comfort Hotel Xpress Central Station) e ho trascorso le ore pomeridiane prima visitando il Centro Nobel per la Pace (esperienza interessante ed interattiva/multimediale con possibilità di apprendere tanto sui vari personaggi e sulla storia recente) e quindi attendendo l’ora di cena facendo shopping per le vie del centro cittadino.
GIORNO 14: OSLO- ITALIA
Dopo la dolce colazione presso il solito Kaffebrenneriet, ho fatto una passeggiata per un ultimo shopping (finalmente ho trovato ed acquistato il tipico e colorato impermeabile che le ragazze utilizzano nel Nord Europa nelle giornate di vento e pioggia di mezza stagione!!!) e quindi mi sono concessa un veloce pranzo al  People & Coffee, locale accogliente all’angolo dell’incrocio di Radhusgata, di fronte all’ingresso del Castello, con sedute all’aperto e tavolini all’interno, ottima e svariata scelta di caffè dal mondo e menù semplice ma vario ed economico (fresco e gustoso il panino con gamberetti). Il Rygge Ekspressen mi ha quindi riportato all’aeroporto di Moss-Rygge da dove, con volo Ryan Air, sono atterrata in Italia in tarda serata.


CONSIDERAZIONI FINALI
Questo viaggio in Norvegia per me è stato a tratti entusiasmante e a tratti deludente. Ancora oggi, a distanza di settimane, mi domando quale ricordo ed emozione mi abbia lasciato questa terra, e non riesco a prendere una posizione definitiva. Di sicuro le mie aspettative erano elevate, ma sia Capo Nord che le Isole Lofoten e pure il sole di mezzanotte, che sono i pilastri portanti del turismo norvegese, mi sono sembrati non all'altezza di quanto sperato... belli di sicuro, ma ho visitato luoghi migliori nel mondo, soprattutto in merito al rapporto qualità prezzo. I posti più affascinanti sono stati certamente quelli meno turistici e pubblicizzati, come gli altopiani ed i fiordi più solitari. Pertanto consiglio vivamente in questa terra di uscire dai "giri classici" e cercare una propria dimensione di viaggio immergendosi nel clima locale per apprezzare al meglio il paese.
Comunque, come qualsiasi paese nel mondo anche la Norvegia merita di essere visitata, ma  bisogna arrivarci preparati, è un viaggio per chi ha una buona disponibilità economica, una gran voglia di guidare, di solitudine e di tranquillità.
LINK e INFO utili

Durata totale del viaggio: 14 giorni; 13 notti
Costo totale del viaggio per 2 persone: 4000-4500 euro circa tutto compreso (2 voli A/R per 2 persone + 2 auto a noleggio + hotel + pasti + carburante)
Lingue:  norvegese, inglese
Documenti Necessari: Carta d’identità valida per l'espatrio o passaporto (per le isole Svalbard che non appartengono all'area Schengen serve invece un documento di entrata e uscita dall'area stessa + passaporto o CI valida per l'espatrio)
Strutture sanitarie: le strutture medico-ospedaliere, pubbliche e private, sono buone. Non ci sono difficoltà per la reperibilità di farmaci.
Malattie presenti: nulla da segnalare. Nessuna vaccinazione obbligatoria.
Avvertenze: I cittadini italiani che si recano temporaneamente (per studio, turismo, affari o lavoro) in Norvegia possono ricevere assistenza dal sistema sanitario locale se dispongono della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) detta Tessera Sanitaria. Si consiglia di stipulare, prima di intraprendere il viaggio, una assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l’eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro Paese. La stipula di tale assicurazione è necessaria per l’arcipelago delle Svalbard (Longyearbyen), che non fa parte dello Spazio Economico Europeo e dove la Tessera Europea di Assicurazione Malattia non è valida. (fonte
viaggiare sicuri)

Polizia: digitare 175
Guida veicoli: patente italiana valida, assicurazione italiana valida
Valuta: Corona Norvegese 1 € = 9.4125 NOK   1 NOK = 0.1062 € Cambio euro - corona norvegeseFuso Orario: uguale all'Italia
Viaggiare Sicuri Norvegia

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