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NORVEGIA #2 TOUR DEL NORD

Luglio 2015. 
Si parte per l’ennesimo viaggio con mio marito, “zaino in spalla”, per esplorare l’estremo nord Europa… 
IL MOMENTO DEL REGNO DI NORVEGIA E’ GIUNTO.


PICS











































































































































TIPS 

Per raggiungere la penisola scandinava e, più precisamente Oslo, ci siamo affidati alla compagnia aerea low cost Ryan Air (circa 380 euro volo A/R per 2 persone con bagaglio a mano + 15 kg a testa in stiva) con partenza dall’aeroporto di Bergamo ed arrivo all’aeroporto di Moss Rygge, situato sulla costa sud a un’oretta di bus dalla capitale norvegese. Il volo dura circa 3 ore e mezzo e il fuso orario è lo stesso dell’Italia.


Giunti in Norvegia, siamo da subito entrati nel vivo del tour programmato iniziando a macinare Km



TOUR DEL SUD

Giorno 1-4
Giorno 13-14
TOUR DEL NORD

GIORNO 5: OSLO – TROMSO (VOLO Norwegian Airlines)



Dopo una veloce colazione  presso il Kaffebrenneriet adiacente l’angolo tra la cattedrale e il viale principale, abbiamo raggiunto il Bussterminal (facilmente raggiungibile superata la stazione centrale tramite un percorso sopraelevato, in parte coperto, che poi entra in un’area coperta, con caffè e ristoranti, che conduce al terminal dei bus). Il Flybussen, prenotato e pagato dall’Italia (comodamente con carta di credito sul loro sito internet, 500 corone A/R per 2 persone),  ci ha condotto, questa volta all’aeroporto principale di Oslo Gardermoen.

Per raggiungere l’estremo nord abbiamo scelto la compagnia low cost di bandiera, la NorwegianAirlines (circa 390 euro volo A/R per 2 persone con bagaglio a mano + 20 kg a testa in stiva); in un paio di ore di volo, per l’ora di pranzo, siamo comodamente atterrati a Tromso.

Il centro città dista meno di 10 minuti in autobus. All’andata abbiamo atteso il Flybussen fuori dal terminal (molto caro, il biglietto di sola andata acquistato a bordo,  per due persone, è costato 160 corone!) che ci ha lasciato sul viale principale.
Abbiamo scelto la stessa catena di hotel della capitale, il Comfort Xpress Hotel Tromso, struttura centrale, con ottimo rapporto qualità prezzo, gestita da giovani con camere dall’arredamento moderno e check in-check out self service (non c’erano caffè e tè gratuito come ad Oslo però).
Tromso, pur essendo la città più grande della Norvegia Settentrionale, a mio parere, non offre molto da vedere: ha un piccolo centro cittadino e sorge su un’isola affacciata sull’oceano artico e collegata alla terraferma da un ampio ponte ad arco.

Il centro visitatori ci ha fornito poi tutte le informazioni extra di cui avevamo bisogno: il viale principale con i negozi, il porticciolo e la Domkirke, ampia cattedrale luterana in legno. Il punto migliore per vedere il sole di mezzanotte è la sommità del monte Storsteinen dall’altro lato del ponte, raggiungibile tramite l’autobus 26 e poi la funivia Fjellheisen (anche se  non esiste un biglietto cumulativo bus+funicolare, quindi per due persone il costo era forse un po’ troppo elevato, 150 corone a persona per la funivia A/R e 70 corone A/R per il bus…).  

Dall’altra parte della baia, alla fine del ponte, svetta la Ishavskatedralen, la cattedrale artica che ricorda i crepacci di un ghiacciaio,  con i suoi 11 archi bianchi triangolari e la luminosa vetrata. E’ possibile assistere ad un concerto di musica sinfonica a mezzanotte, quando i raggi solari irradiano una luce ambrata negli interni della chiesa.

Abbiamo cenato presso il locale Flyt, famoso per i suoi grandi hamburger la cui farcitura e grandezza possono essere decisi al momento dell’ordine (2  bacon burger da 150 gr con patatine e due birre da 400 ml 526 corone: un po’ caro, ma porzioni abbondanti, ottima carne e patatine).

Se non si vuole spendere altre corone, inutilmente, per salire sulla funivia, si può ammirare il sole di mezzanotte raggiungendo a piedi la sommità del ponte. Noi così abbiamo fatto.
La vista del sole di mezzanotte dal ponte è stata, per noi, più che soddisfacente, soprattutto perché abbiamo potuto unire al risparmio economico anche un po’ di attività fisica viste le numerose ore seduti in auto (la camminata dal centro del paese alla sommità del ponte dura circa 15 minuti solo andata).
L’esperienza del  sole di mezzanotte è strana, ma non eccezionale…
NB: Il sole di mezzanotte è un fenomeno astronomico visibile sopra il circolo polare artico per alcune settimane durante l’estate. In  buona sostanza, l’immagine che si vede in cielo non ha nulla di diverso dagli attimi che precedono un normale tramonto sul mare in estate, come quando da noi sono le 20-21….ma in realtà guardi l’orologio ed è mezzanotte…però diciamo che l’orario è inusuale  ma il resto è simile all’Italia. La cosa certamente più particolare è che, però, il sole ovviamente non scende mai sotto la linea dell’orizzonte, non tramonta, quindi, se si ha un po’ di tempo da dedicare ad osservare il fenomeno, a cavallo della mezzanotte, si noterà che il sole prima calerà verso l’orizzonte in direzione est-ovest, quindi, quasi sfiorandolo, ricomincerà ad alzarsi in cielo in direzione opposta e contraria ovest-est (se potessimo fare un timelapse sembrerebbe voler quasi disegnare due ali di gabbiano nel cielo…)

GIORNO 6: TROMSO – NORDKAPP (540 Km)




Al mattino, tornati in aeroporto a Tromso, abbiamo ritirato l’auto a noleggio con la compagnia Sixt (sempre una Ford Fiesta, ma questa volta diesel; 360 euro per  7 gg  di noleggio unico conducente con km illimitato + 1155 NOK per la copertura assicurativa extra per la durata del noleggio).  

Per raggiungere il terminal abbiamo usufruito del più economico e vantaggioso autobus della linea cittadina (bus n.40 o n.42, uno parte dal viale principale di Tromso in prossimità del duomo e l’altro dalla zona del porto) che in 5-10 minuti, al costo di 70 corone sola andata per due persone, ci ha lasciato davanti al parcheggio auto dell’aeroporto (il biglietto vale la pena comprarlo al centro informazioni della città per pagarlo meno, perché, come sempre, acquistandolo a bordo costa di più).

Per raggiungere la meta, abbiamo avuto necessità di prendere due traghetti della compagnia Bjorklid: il primo tra Breivikeidet e Svensby (139 corone 1 auto + 2 adulti circa 20 minuti di traversata), il secondo tra Lingseydet e Ordeldalen (191 corone 1 auto + 2 adulti circa 40 minuti di traversata). 
NB: Alzatevi di buon mattino per giungere in orario al primo traghetto e avere più scelta, gli orari del secondo traghetto sono  calcolati sulla base dei tempi di percorrenza stimati dal primo ferry ma in totale ci saranno non più di 6-8 tratte al dì.

Una volta tornati sulla terraferma abbiamo raggiunto il punto panoramico di Gildetun, dove, abbiamo fatto qualche foto con la scultura che ricorda un tronco d’albero (con i suoi rami ed indica le distanze con Capo Nord e le altre destinazioni norvegesi ) e sorge sul punto più panoramico con il fiordo e le montagne visibili in lontananza. Ci sono anche una caffetteria/ristorante e un parcheggio con alcune tende Sami che vendono manufatti locali.

Quindi siamo entrati nella regione del Finnmark e abbiamo tirato dritto fino a raggiungere l’isola di Mageroya (raggiungibile grazie al lungo ponte sottomarino non più a pedaggio da diversi anni), dove abbiamo preso possesso del nostro appartamento nel  piccolo villaggio di pescatori di Gjesvaer, una ventina di km a sudovest di Nordkapp
Per visitare Capo Nord consiglio vivamente di soggiornare in questo villaggio dalle poche case colorate, piuttosto che a Honningsvag, perché, pur essendo isolato, è estremamente  autentico e caratteristico ed è un’ottima base di partenza per le escursioni in mare e per l’avvistamento di colonie di uccelli. La sistemazione presso il Nygard Apartment è stata un’ottima scelta: appartamento grande e pulito, dotato di ogni comfort, tre camere, un salone con angolo cottura, un bagno, climatizzazione e ottimo wifi situato al piano superiore di un’abitazione privata, completo di ingresso indipendente e posto auto.
In paese è poi possibile cenare a base di pesce freschissimo presso l’unico ristorante (Restaurant Terassen Stappan) che sorge proprio sul mare alla fine dell’abitato e offre  anche un servizio di escursioni e avvistamento balene.
Dopo cena, nonostante le nuvole basse e la pioggia, abbiamo deciso di raggiungere ugualmente Capo Nord (visto che le previsioni per il giorno successivo erano identiche). In un quarto d’ora eravamo a destinazione, e, con nostra delusione,  abbiamo trovato due checkpoint fissi dove pagare una sorta di “pedaggio” di addirittura 510 corone (circa 50 euro!!!!) per poter accedere in due adulti + auto al parcheggio e alla terrazza panoramica che, oltre alla vista simile a quella che c'è 100 mt prima, ospita la famosa scultura a forma di mappamondo in ferro dove fare qualche foto e un negozio/museo (situati solo 50 metri più avanti alla fine della piccola salita dopo il pedaggio).


Quindi, nonostante tutti quei km in auto, non abbiamo varcato la soglia turistica dell’estremo nord, ma ci siamo "limitati" a fare bellissimo "selfie", a testimonianza della nostra presenza in quella terra estrema, sotto al cartello stradale che riportava la dicitura Nordkapp e quindi un ulteriore scatto con alle spalle il mare e la scogliera che sorge proprio di lato al capo.

GIORNO 7: GJESVAER – HAMN I SENJA (700 Km)




Anche questa giornata ci ha visto protagonisti di numerose ore di auto, ma, per fortuna, nonostante il primo tratto di strada, fino a raggiungere la penisola di Tromso, fosse lo stesso dell’andata, abbiamo potuto renderlo leggermente meno monotono e pesante grazie ad  alcuni incontri ravvicinati con le simpatiche e docili renne…
Quindi, superata la zona del Finnmark occidentale, ci siamo addentrati più a sud nel Troms, fino a raggiungere l’isola di Senja nel tardo pomeriggio (seconda isola della Norvegia per grandezza).
Qui abbiamo dapprima preso possesso della nostra camera presso la struttura di Hamn i Senja, in passato vecchio porticciolo e villaggio di pescatori che è stato distrutto da un incendio: la caletta ora è sede di una struttura alberghiera nuova (senza aver mantenuto alcuna caratteristica della vecchio villaggio con appartamenti bianchi e grigi con terrazzino su palafitte e corpo centrale per reception/ristorante) decisamente troppo chic e turistico, dall’aspetto di un resort di lusso,  apprezzato per lo più da russi o ricchi scandinavi, ma, a mio parere, in alcun modo autentico o tipico (per di più ci hanno dato una camera molto piccola con una unica finestra che affacciava su un muro…allucinante!!)
Quindi abbiamo fatto un giro nei dintorni per vedere cosa offrisse la zona circostante il resort:  molto poco, a parte la possibilità di una foto ricordo con il troll più grande del mondo Senjatrollet, alto 18 mt per 125.000 kg di peso…un’attrazione ideale per chi viaggia con i bambini che possono giocare nel trattore e nel vagone ferroviario che completano l’ambientazione.

A 10 minuti da Hamn i Senja, sorge il piccolo, desolato e anonimo villaggio di Gryllefjord, da menzionare solamente perché punto di partenza dei traghetti per Andenes nelle Vesteralen.

Dall’altro lato, abbiamo percorso una piccola parte della strada turistica nazionale 862 fino a giungere al punto panoramico a Bergsbotn, un ponte di legno e ferro (con alcune parti del pavimento in vetro per vedere sotto) sospeso su un costone roccioso, dal quale si gode una bellissima vista sul fiordo.


La cosa migliore di Hamn i Senja è stata senza dubbio la cena presso il ristorante del resort, di sicuro la più gustosa e raffinata di tutta la vacanza: occorre prenotare o attendere fino a tardi per un tavolo, perché da tutta la zona vanno a mangiare lì (anche perché non c’è altro posto nei dintorni per km e km…), ma l’attesa è certamente premiante (il miglior salmone di tutta la vacanza e presentazione del piatto da ristorante stellato con prezzi stranamente nella media della Norvegia…ci saremmo aspettati dei costi più elevati!)

GIORNO 8: HAMN I SENJA – NYKSUND (390 Km)




Dopo una ricca, variegata ed ottima colazione (compresa almeno questa nel costo del pernottamento) ci siamo diretti verso le isole Vesteralen.
Le isole possono essere raggiunte da Senja in due modi: tramite traghetto in circa 1 ora di navigazione da Gryllefjord a Andenes (sulla punta estrema della lunga e stretta isola di Andoya) o tramite auto raggiungendo con la E10 l’isola di Hinnoya.
Noi abbiamo preferito la seconda opzione, sia per i costi (la spesa per il traghetto è comunque importante) sia soprattutto per i tempi, perché i collegamenti via mare sono pochi e avremmo dovuto attendere le 11 per il traghetto (a meno di non essere al porto per le 8) e poi avremmo impiegato un’ora per la traversata ed un’altra ora per raggiungere Sortland, crocevia tra le tre isole di Andoya, Hinnoya e Langoya.
Con l’auto, lasciata la E10 sull’isola di Hinnoya, abbiamo preso la statale 85 fino a Sortland e da lì ci siamo addentrati, tramite le strade secondarie, all’interno dell’isola di Langoya, fino a Myre.
A quel punto abbiamo preso la stretta e panoramicissima strada sterrata che ci ha condotto a Nyksund, colorato e caratteristico porticciolo, destinazione finale della nostra tappa giornaliera (a circa 6 ore di auto da Senja).
A Nyksund abbiamo soggiornato in un delizioso ed intimo appartamentino sul porticciolo con bagno privato e cucinino facente parte della struttura Holmvik Brygge, gestita da un “omone” di origini tedesche (Ssemjon Gerlitz) che, insieme ad altri, si è impegnato a riportare alla vita il villaggio di pescatori (che ora ospita una colonia di artisti) che era stato distrutto da una tempesta ed ora invece è caratterizzato da pochi vecchi edifici in rovina e molti altri abilmente restaurati ed arredati con le cose recuperate ed è abitato per gran parte dell’anno.
Prima di cena, abbiamo fatto un giro nel caratteristico villaggio di pescatori di Sto, da dove partono le escursioni di whale watching . Il villaggio è raggiungibile anche da Nyksund in circa 5 ore di cammino, tramite un’escursione a piedi nel promontorio, il sentiero di chiama Strada della Regina (perché la regina Sonja lo percorse nel 1994). Noi non abbiamo sperimentato la “passeggiata” perché il tempo era ahimè pessimo, pioggerellina fitta e vento, quindi non sapremmo indicare il grado di difficoltà, la panoramicità e l’effettiva durata.


La cena presso l’HolmvikStua è stata molto piacevole, il ristorante è immerso in un ambiente familiare, l’arredamento è ottenuto mediante recupero di oggetti e mobilio dell’epoca pre-tempesta “salvati e restaurati”, la cucina è casalinga ma genuina con i prodotti tipici norvegesi (noi abbiamo mangiato il gulasch di renna e il gulasch di baccalà, bevuto 2 birre medie e terminato il tutto con una torta di mele con crema fatta in casa…il tutto per circa 500 corone).

GIORNO 9: NYKSUND -  KABELVAG (150 Km)



Come sempre di buon mattino, ci siamo rimessi in movimento in direzione delle isole Lofoten.
Da Sortland, abbiamo scelto di “accorciare” le distanze e velocizzare i tempi di percorrenza, pertanto abbiamo preso la strada 82 fino a raggiungere Melbu sull’isola di Hadseloya. Da lì con un traghetto in circa 30 minuti abbiamo raggiunto le isole Lofoten a Fiskebol sull’isola di Austvagoy e, quindi, la E10, la strada turistica delle Lofoten, ci ha permesso di raggiungere la piccola cittadina di Kabelvag (NB: poco prima, presso l’abitato di Svolvaer, vi consiglierei di fare il pieno all’auto, perché poi, inoltrandosi nelle isole, ci saranno rarissimi distributori con prezzi più elevati).
A Kabelvag, oltre alla piazzetta principale che affaccia su un porticciolo anonimo, merita menzione solo la Vagan Kirke, seconda chiesa in legno della Norvegia per grandezza.
La sistemazione che abbiamo scelto per la notte è stata il Lofoten Vandrerhjem, un ostello dai prezzi medi, che sorge sul porticciolo secondario di lato alla chiesa in legno,  pulito e nuovo, con bagno privato in camera, fuori dal centro cittadino, con colazione compresa nel prezzo (anche se veramente troppo essenziale).
Abbiamo dedicato il tardo pomeriggio alla visita dell’isola di Vestvagoy:  abbiamo visitato prima Eggum, piccolo villaggio con un sentiero sul promontorio che conduce alle rovine di una fortezza, ad un faro solitario e a una scultura in pietra rossa raffigurante una testa di uomo (la testa di Eggum); quindi siamo arrivati a Unstad dove c'era un'ampia spiaggia con belle onde per dozzine di giovani surfisti che sfidavano il vento, il freddo e l’acqua gelida con il sorriso sulle labbra.

La giornata è terminata con un’ottima cena presso il ristorante Lofotmat a Henningsvaer.

GIORNO 10: KABELVAG – HENNINGSVAER Tour delle ISOLE LOFOTEN (265 Km)



Questa giornata è stata dedicata alla visita di quasi tutto l’arcipelago delle Lofoten.
L’idea iniziale era quella di dedicare la giornata alla visita delle due isole meridionali più piccole, selvagge ed isolate raggiungibili solo via mare/traghetto: Vaeroy e Rost; e lasciare il resto dell’arcipelago al giorno successivo.
Vaeroy è famosa per il suo profilo aspro e roccioso ed è meta ideale per ammirare le colonie di uccelli marini (anche le pulcinelle di mare) che lì nidificano.
Rost è per lo più un insieme di scogli (365) e l’isola principale, Rostlandet, è piatta e circondata da laghi ed è caratterizzata da un clima molto mite, visto che si trova al centro della corrente del Golfo. Nel 1432 fu meta del naufragio del mercante e navigatore veneziano Pietro Querini, che vi approdò su di una lancia alla deriva dopo il danneggiamento della sua nave nelle numerose tempeste  che caratterizzarono il suo viaggio e da lì riportò in Italia lo stoccafisso, che divenne poi il nostro famoso baccalà.
In realtà, giunti al porto di Moskenes, all’estremità sud della E10 che attraversa l’arcipelago, abbiamo scoperto, con stupore e non poco disappunto, che c’era un solo traghetto verso le 8 del mattino che faceva scalo alle due isole e un altro traghetto la sera che tornava indietro. Tutte le altre tratte, circa 5 giornaliere, partivano da Moskenes per Bodo, ma incomprensibilmente non facevano alcuno scalo nelle isole meridionali.
NB:  qualora si volessero visitare queste due isole partendo dalle altre Lofoten , servirebbero 2 giorni pieni, in quanto bisognerebbe partire col primo traghetto della mattina per Rost, quindi trascorrere tutta la giornata lì in escursione, poi prendere il traghetto che torna la sera e fermarsi a Vaeroy per la notte, così da poter visitare il giorno seguente anche questa isola e rientrare infine sulla terra ferma a Moskenes con il solito traghetto della sera (credo ci siano anche compagnie che raggiungono le isole in elicottero da Bodo, ma non oso neanche immaginare quanto possa costare il trasferimento!!!)

La giornata è pertanto trascorsa con la “risalita in auto” dal villaggio di Å i Lofoten sull’isola di Moskenesoy fino a Henningsvaer sull’isola di Austvagoy.
Moskenesoy: abbiamo visitato il villaggio di pescatori di Å (ultima lettera dell’alfabeto norvegese) è caratterizzato da un complesso di rorbuer rosse sul porto ed essiccatoi per merluzzo; quindi, dall’alto della E10 abbiamo fotografato la piccola penisola con il villaggio di Reine;
Flakstadoy: ci siamo fermati a bagnare i piedi nelle limpide e turchesi acque della bellissima spiaggia di fine sabbia bianca della baia di Ramberg e abbiamo fotografato la Flakstad Kirke, chiesa in legno siberiano con cupola a cipolla a Flakstad; quindi siamo scesi velocemente verso il villaggio di Nusfjord, ma, con sconcerto, abbiamo scoperto che per visitare il porticciolo avremmo dovuto pagare 30 corone a testa (!!!!!) e, delusi, siamo tornati sui nostri passi;
Vestvagoy: avendo già visitato la parte nord dell’isola (Eggum e Unstad), abbiamo preferito lasciare la E10 e da Leknes abbiamo fatto una deviazione molto panoramica sulla solitaria Rv815, che costeggia la parte sud dell’isola ricongiungendosi alla E10 all’ingresso sull’isola di Austvagoy;
Austvagoy:  abbiamo raggiunto Henningsvaer e abbiamo preso possesso della nostra camera presso il tipico Finnholmen Brygge (sembrava di soggiornare all'interno di un traghetto più che sulla terraferma…molto molto pittoresco!) e quindi abbiamo visitato il delizioso villaggio di pescatori, molto vivace e turistico, che viene esageratamente indicato dai norvegesi come “la Venezia delle Lofoten” (se lo dicono loro…lasciamoglielo credere… poveri…effettivamente è il villaggio a mio parere più carino tra i vari visitati…ma addirittura paragonarlo alla nostra bella Laguna…forse hanno avuto un “abbaglio” a causa dei due ponti che collegano le diverse parti dell’abitato…).
Per Henningsvaer consiglierei per il pranzo o la colazione/spuntino il Caffè Lysstoperi; per cena, a parte il Lofotmat, ottimo anche il Klatrekafeen Cafè, caffetteria/pub di proprietà della scuola di roccia e arrampicata dell’isola (non accettano prenotazioni, essendo un pub, ma si condividono facilmente i tavoli con gli altri, quindi un posto per due si trova velocemente).

GIORNO 11: HENNINGSVAER – LODINGEN (230 Km)


La scelta delle tappe in questa giornata non è stata vincente: l’itinerario è stato decisamente “noioso” e poco affascinante. Convinti, prima di raggiungere le Lofoten, che questo giorno sarebbe stato dedicato alla visita delle isole (visto che il giorno precedente lo avremmo dovuto dedicare alle due isolette più meridionali) avevamo infatti scelto il Brygga Hotel a Lodingen solo per spezzare le ore di viaggio di ritorno verso Tromso. 
Ci siamo invece ritrovati a vedere anticipata la visita delle isole e così questa giornata è stata un po’ anonima, perché la regione di passaggio tra le Lofoten e le Vesteralen non offriva poi molto da vedere. 
Abbiamo perciò trascorso una mezza giornata visitando prima la costa settentrionale dell’isola di Austvagoy e quindi la penisola di Offersoy fino a concederci una lunga pausa di riposo in hotel .
Lodingen è un piccolo, isolato e antituristico paese portuale da menzionare solo perché punto di collegamento con la costa norvegese poiché da qui partono i traghetti di collegamento con Bognes, a sud di Narvik.
Unico posto aperto per la cena era una pizzeria ristorante dal nome italiano (Mama Rosa) ma gestita in realtà da due fratelli turchi, la cui cucina proponeva di tutto, dalla pizza al pollo al kebab agli hamburger alla pasta al pesce in un grande mix di pietanze e sapori ipersazianti  (non proprio raffinati o curati nel gusto e nella presentazione)

GIORNO 12: LODINGEN – TROMSO (460 Km)


L’ultima tappa dell’itinerario di ritorno a Tromso è stata abbastanza interessante in quanto, nonostante la poca spettacolarità dei paesaggi e la giornata grigia e piovosa, siamo riusciti lo stesso ad effettuare soste interessanti e ad ammirare qualche bel panorama. La mattinata è stata dedicata, per una seconda volta, all’isola di Senja, per percorrere il tratto di statale panoramica che avevamo tralasciato la prima volta.
Da Finnsnes abbiamo percorso la statale 861 fino a intraprendere la strada turistica nazionale 862 all'altezza dello svincolo per  Botnhamn. Abbiamo seguito tutto il suo tortuoso percorso a picco sul mare, tra gallerie e curve sinuose, vette innevate piccole cascate e rocce a strapiombo, fino a raggiungere il punto panoramico di Tungeneset nei pressi di Skaland: un piccolo parcheggio con una discesa che porta ad ampi lastroni di roccia erosa da onde e pioggia che emergono dalle acque che offrono una splendida vista sulle vette e sul mar glaciale artico. 
Tornando sui nostri passi per raggiungere la partenza del traghetto a Botnhamn, abbiamo prima fatto una veloce deviazione per visitare il villaggio di Husoy, la cui caratteristica più pittoresche è la forma dell’isolotto su cui sorge e che è collegato alla terraferma da un piccolo ponte: la si può ammirare in tutta la sua particolarità dall'alto degli stretti tornanti della ripida strada che occorre discendere per visitarlo.
A quel punto siamo giunti alla banchina dei traghetti di Botnhamn e ci siamo messi in fila per attendere il trasferimento per Brensholmen sull’isola di Kvaloy, vicino Tromso.
NB: arrivate al porticciolo almeno mezz’ora prima della partenza prevista perché i collegamenti non sono molti (circa uno ogni ora e mezzo) e i traghetti sono piccolini e imbarcano tra le 15 e le 20 autovetture (a seconda di quanti camper o rimorchi vi sono) e se si arriva troppo tardi e c’è già fila si rischia di non entrare nell’imbarcazione a causa della mancanza di spazio e di dover attendere a vuoto, nel semi-deserto, il collegamento successivo. Noi siamo stati la terz’ultima auto imbarcata e altre sono rimaste a terra! Che fortuna…
Giunti dall’altra parte, prima di tirare dritto fino a Tromso, abbiamo visitato il caratteristico isolotto di Sommeroya, raggiungibile tramite un ponte e meta turistica estiva, dalle acque cristalline e dai panorami spettacolari, amato dagli abitanti della città di Tromso, che qui hanno spesso una seconda casa.  
A Tromso, per comodità vista la necessità di riconsegnare l’auto imbarcarsi presto al mattino successivo, abbiamo scelto di soggiornare vicino all’aeroporto, presso il grande complesso dello Scandic Hotel, struttura datata ma ancora discretamente mantenuta, che ricorda i grossi alberghi anni 90.
Per la cena siamo tornati nel centro cittadino e questa volta, invece che gli hamburger, abbiamo scelto la cucina tipica, mangiando il baccalà al pomodoro presso il locale Skarven, contiguo all’Arctandria e al Biffhuset (ristoranti più formali dello stesso proprietario): pub con ottime birre e terrazza fronte mare che propone una piccola scelta di specialità selezionate a prezzi bassi (che provengono dalla cucina dei due ristoranti più prestigiosi).


CONSIDERAZIONI FINALI Questo viaggio in Norvegia per me è stato a tratti entusiasmante e a tratti deludente. Ancora oggi, a distanza di settimane, mi domando quale ricordo ed emozione mi abbia lasciato questa terra, e non riesco a prendere una posizione definitiva. Di sicuro le mie aspettative erano elevate, ma sia Capo Nord che le Isole Lofoten e pure il sole di mezzanotte, che sono i pilastri portanti del turismo norvegese, mi sono sembrati non all'altezza di quanto sperato... belli di sicuro, ma ho visitato luoghi migliori nel mondo, soprattutto in merito al rapporto qualità prezzo. I posti più affascinanti sono stati certamente quelli meno turistici e pubblicizzati, come gli altopiani ed i fiordi più solitari. Pertanto consiglio vivamente in questa terra di uscire dai "giri classici" e cercare una propria dimensione di viaggio immergendosi nel clima locale per apprezzare al meglio il paese.
Comunque, come qualsiasi paese nel mondo anche la Norvegia merita di essere visitata, ma  bisogna arrivarci preparati, è un viaggio per chi ha una buona disponibilità economica, una gran voglia di guidare, di solitudine e di tranquillità.


LINK e INFO utili

Durata totale del viaggio: 14 giorni; 13 notti
Costo totale del viaggio per 2 persone: 4000-4500 euro circa tutto compreso (2 voli A/R per 2 persone + 2 auto a noleggio + hotel + pasti + carburante)
Lingue:  norvegese, inglese
Documenti Necessari: Carta d’identità valida per l'espatrio o passaporto (per le isole Svalbard che non appartengono all'area Schengen serve invece un documento di entrata e uscita dall'area stessa + passaporto o CI valida per l'espatrio)
Strutture sanitarie: le strutture medico-ospedaliere, pubbliche e private, sono buone. Non ci sono difficoltà per la reperibilità di farmaci.
Malattie presenti: nulla da segnalare. Nessuna vaccinazione obbligatoria.
Avvertenze: I cittadini italiani che si recano temporaneamente (per studio, turismo, affari o lavoro) in Norvegia possono ricevere assistenza dal sistema sanitario locale se dispongono della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) detta Tessera Sanitaria. Si consiglia di stipulare, prima di intraprendere il viaggio, una assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l’eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro Paese. La stipula di tale assicurazione è necessaria per l’arcipelago delle Svalbard (Longyearbyen), che non fa parte dello Spazio Economico Europeo e dove la Tessera Europea di Assicurazione Malattia non è valida. (fonte
viaggiare sicuri)

Polizia: digitare 175
Guida veicoli: patente italiana valida, assicurazione italiana valida
Valuta: Corona Norvegese 1 € = 9.4125 NOK   1 NOK = 0.1062 € Cambio euro - corona norvegeseFuso Orario: uguale all'Italia
Viaggiare Sicuri Norvegia


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