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TIPS
Ultimi giorni di luglio 2014...Italia sotto l'acqua...estate che sembra un'utopia...in questo scenario autunnale, io e mio marito ci accingiamo a partire per uno dei viaggi più belli ed entusiasmanti tra i tanti fatti...una settimana all'insegna della natura e dell'avventura nella "giovane e tumultuosa" ISLANDA.
Partenza da Milano Malpensa nel primo pomeriggio con la compagnia WOW AIR e arrivo all'aeroporto internazionale di Keflavik dopo circa 4 ore di volo.
Ci accoglie un cielo basso e grigio e una pioggerellina fitta e pungente...clima mediamente umido e temperatura intorno ai 16 gradi.
Con le lancette dell'orologio sistemate due ore indietro (l'Islanda è nel fuso di Greenwich ma non adotta l'ora legale) raggiungiamo, in circa mezz'ora, la capitale più a nord d'Europa, Reykjavík, tramite il Flybus della compagnia locale di autobus Reykjavík Excursions (biglietto A/R prenotato e pagato on line in anticipo dall'Italia, costo per 2 persone 7000 ISK, circa 44 euro).
Reykjavík è una piccola e tipica città del nord europa, di appena 120000 abitanti, bagnata dall'Oceano Atlantico, situata sulla costa sud ovest dell'isola, sulle faglie della dorsale medio-atlantica e caratterizzata da molto vento e da un clima subpolare, mitigato dalla corrente del Golfo.
La città si visita comodamente in un solo giorno, non vi sono ovviamente reperti archeologici da vedere (la fondazione risale a poco prima dell'anno 1000 DC) e, pertanto, le attrazioni principali sono:
1) il porto, pieno di barche e agenzie che offrono gite di 2-3 ore per avvistare le balene o le gallinelle di mare e di localini e pub per mangiare tipico aperti fino a tarda sera;
2) il moderno e luminoso centro congressi Harpa al margine dell'area portuale;
3) il lungo viale pedonale fronte oceano con la scultura metallica che rievoca l'imbarcazione vichinga;
4) il Parlamento islandese al lato del quale si accede alle aree pedonali;
5) le vie dello shopping che si inerpicano fino a raggiungere la sommità della collina dove sorge la Hallgrímskirkja, chiesa e edificio più alto d'Islanda (all'interno della chiesa luterana, che è costruita con pietra basaltica ed è caratterizzata da una torre a punta di circa 70 metri, sorge l'organo più grande d'Islanda ma non abbiamo potuto vederlo perché abbiamo trovato sempre il portone di accesso chiuso);
6) la zona retrostante la chiesa dove si sviluppano le vie con le villette con giardino della medio-borghesia islandese.
Noi, per vivere di più la quotidianità del posto, abbiamo volutamente evitato la visita dei vari piccoli musei presenti in città.
Per cenare nella capitale il mio consiglio è quello di recarsi al Reykjavík Fish and Chips, ristorante tipico e pulito, aperto fino alle 22 e oltre, situato all'angolo del viale principale che sorge a ridosso del porticciolo. Ottimo fish and chips (a prezzo più che onesto per i costi medi islandesi, 1980 ISK, circa 12 euro) e ottima birra alla spina (Viking), ma anche buonissimi la zuppa di pesce e il tortino gratinato di pesce e verdure...
Ovviamente già dalla prima sera ci siamo accorti che i costi per il mangiare sono più elevati che in Italia (una zuppa di pesce costa circa 6 euro, il fish and chips varia tra i 12 e i 15 euro, una birra media costa circa 6 euro, un caffè americano circa 3 euro, una brioche circa 2 euro, un secondo di pesce può oscillare tra i 18 e i 25 euro).
Per il dormire è stata invece una vera disfatta...le sistemazioni con il peggior rapporto qualità prezzo mai trovate, infatti, sono state, purtroppo, quelle di Reykjavík.
La prima notte abbiamo dormito presso gli AR Central Apartments: microcamera con mini angolo cottura e piccolo bagno privato, in un edificio tipico ma da restaurare, situato nella piazza centrale, senza reception o personale sul posto, con chiave della camera trovata in una busta per le scale, accesso tramite scale senza ascensore e condizioni della camera e delle aree comuni molto molto trascurate.. (130 euro una camera x 2 persone per 1 notte senza colazione).
Dopo una veloce colazione in uno dei rari ed anonimi cafè aperti alle 9, la mattina seguente abbiamo raggiunto, con una passeggiata di un quarto d'ora, la stazione degli autobus per riprendere il Flybus verso l'aeroporto dove ci attendeva il ritiro della nostra piccola 4x4 per i 6 giorni di visita dell'isola...
Il personale del autonoleggio (prenotazione tramite il sito Rentalcargroup.com compagnia Key Carrental Iceland) ci viene a prendere all'aeroporto e ci porta nell'ufficio situato a Keflavik, piccola e malinconica cittadina adiacente alla zona aeroportuale, fiorente negli anni 60-70 per la pesca, la buona musica e la presenza di una grande base militare americana ora abbandonata.
Saliamo a bordo della nostra Suzuki Jimny 4x4, color perla, un po' vecchiotta e non proprio ben mantenuta...160000 km, finestrino passeggero non utilizzabile, radio non funzionante, gomme da sostituire....ma più economica delle altre cercate in rete...e, in fin dei conti, dotata di un certo fascino vissuto (costo totale per 6 giorni di noleggio 123382 ISK, circa 770 euro, comprensivi di pieno di benzina, navigatore satellitare, kilometraggio illimitato e assicurazione base...se si vuole risparmiare spendendo anche la metà bisogna accontentarsi di una vettura a due ruote motrici...ma non sarebbe la stessa cosa...).
Ecco: da qui in poi inizia il meraviglioso e affascinante VIAGGIO...2500 km in 6 giorni su e giù per le strade islandesi...
GIORNO 1
IL SUD OVEST: da Keflavik a Kirkjubaejarklaustur - 350 km circa -
La prima zona che abbiamo visitato è stata la Penisola di Reykjanes, punta più a sudovest dell'Islanda, ricca di terreno vulcanico e sorgenti geotermali, ma anche di campi da golf e di uccelli (la famosa Blue Lagoon si trova in questa penisola).
Dal promontorio di Garoskagi, sede di due fari e località piena di diverse varietà di uccelli, abbiamo proseguito lungo la costa sulla statale 44 fino alle Hafnaberg Cliffs. Sulla destra (GPS N63°53.082' W 22° 41.362') si trova uno spiazzo con un cartellone che ci spiega quali specie di uccelli nidificano nelle scogliere, da lì si parte a piedi tramite un sentiero lavico segnalato lungo poco più di 2 Km che in 40 minuti circa ci fa giungere all'estremità delle scogliere. Si gode una splendida vista degli uccelli e dell'oceano...e il vento la fa da padrone.
Proseguendo sulla stessa strada, a brevissima distanza dalle scogliere, un bivio sulla sinistra con un piccolo cartello ci ha indicato il "ponte tra i due continenti"...una foto sul ponte uno con i piedi sulla zolla europea e l'altro con i piedi sulla zolla americana è stata d'obbligo...(i famosi lucchetti degli innamorati di Moccia e Ponte Milvio sono arrivati fin lassù!).
Da lì ci siamo addentrati nel Parco dei 100 crateri e, svoltando a destra dalla strada principale, siamo giunti tramite lunga strada sterrata all'area geotermale di Gunnuhaver...una distesa piatta e multicolore di terra rossa, sabbiosa e color ocra attraversata da rigagnoli di acque azzurre sulfuree, pozze bollenti e gorgoglianti, fumi biancastri di evaporazione e rocce fumanti e calde....delle passerelle di legno permettono di visitare da vicino tutta l'area...l'odore e il calore sono forti, ma la zona merita una visita: il panorama ha sullo sfondo le torri e le tubature degli stabilimenti che immagazzinano e convogliano il calore e, guardando a sinistra, verso l'oceano, si può scorgere il faro più antico d'Islanda a Valahnukur e l'isolotto di Eldey, dove nidificano molte gabianelle di mare.
Per le prime ore del pomeriggio abbiamo fatto una mezz'ora di sosta nel piccolo paesino di pescatori di Grindavik: ottima la zuppa di "lobster" nella piccola ma tipica caffetteria Bryggjan dietro i capannoni sul porto...
Con lo stomaco pieno ci siamo rimessi in movimento e abbiamo tirato dritti immettendoci nella Ring Road (Hringvegur, la statale 1 che fa il giro dell'Islanda) nei pressi di Hveragerdi. Sulla statale 1 la prima sosta è stata per le cascata Seljalandsfoss (visibile sulla sinistra già dalla strada). Dalla statale si gira a sinistra e si raggiunge l'ampio parcheggio proprio sotto la cascata: questa si getta, con il suo lungo e stretto salto, in un laghetto verde e un sentiero scivoloso la circonda e ci ha permesso di vederla anche da dietro...(portatevi un poncho, è d'obbligo se non si vuole tornare in auto zuppi..!!)
Ripartiti, abbiamo proseguito sulla statale 1 costeggiando la zona dell'eruzione del vulcano Eyjafjallajokull (quello che ha bloccato i voli di mezza europa nell'estate del 2008) e siamo arrivati nei pressi di Skogar dove abbiamo ammirato un'altra bellissima cascata, la Skogafoss, che si getta da un pendio di rocce ed erba a 62 metri di altezza e che abbiamo ammirato e fotografato dall'alto grazie alla scalinata ripida che sta sulla destra e giunge sino a una piattaforma in legno sovrastante il salto d'acqua (da lì se si ha tempo e voglia di camminare, il sentiero continua nell'area dei ghiacciai fino al sito dell'eruzione e oltre fino a Porsmork).
Gli ultimi posti che abbiamo visitato nella prima giornata di tour si trovano nei pressi di Vik e sono stati l'arco in pietra di Dyrholaey con la grotta Loftsalahellir e il Reynisfjall: sulla sommità del promontorio raggiungibile con una serpiginosa strada sterrata che si inerpica sulla scogliera è situato un faro e da lassù abbiamo ammirato anche la spiaggia nera di Reynisfjara con i faraglioni di Reynisdrangur.
In tarda serata siamo quindi giunti alla nostra sistemazione per la notte presso Kirkjubaejarklaustur; unico conglomerato "urbano" tra i maggiori centri abitati di Vik e Hofn.
L'Hotel Geirland, poco fuori l'area abitata, su una verde collina sotto l'altopiano, ci ha offerto una calda, nuova, comoda e pulita camera per il riposo notturno e la mattina abbiamo anche potuto usufruire di una discreta colazione, per lo più salata, compresa nel prezzo pagato (1 camera matrimoniale con bagno privato per 2 persone + colazione circa 140 euro a notte).
GIORNO 2
IL SUD EST: da Kirkjubaejarklaustur a Reydarfjördur - 435 km circa
Imboccata di buon mattino la Ring Road in direzione est il paesaggio cambia: da un'alternarsi di nere colate laviche e verdi distese erbose ci siamo ritrovati nella terra del ghiaccio e nel sandar (terra desolata e sabbiosa tra il ghiacciaio ed il mare causata dall'esplosione del lago ghiacciato) ...dopo un'oretta di viaggio, sulla sinistra una strada raggiungeva l'area del Parco Nazionale Skaftafell. Il grande parcheggio dell'area sorge vicino a una serie di casette sede delle compagnie turistiche locali che propongono escursioni in giornata sul ghiacciaio Vatnajokull con le motoslitte, gite in barca tra gli icebergs, etc.. Sul fondo c'è un grande negozio di souvenir con annessa caffetteria e sulla sinistra vi è l'area bagni/docce e lavanderia del grande e attrezzato campeggio che si sviluppa sulla piana erbosa adiacente.
Le principali possibilità di escursione a piedi sono due e noi le abbiamo fatte entrambe:
1) visita della "cascata nera" Svartifoss che si getta da alte colonne di basalto nero ed è raggiungibile in circa 1ora e mezzo di cammino A/R dal parcheggio, passando per il campeggio, tramite comodo e segnalato sentiero di circa 2 km (salendo lungo il percorso si può ammirare un'altra piccola cascata sulla sinistra e il ghiacciaio sulla destra)
2) visita del limitare del ghiacciaio Skaftafellsjokull tramite sentiero pianeggiante segnato e in larga parte asfaltato (1 ora circa A/R) Il ghiacciaio è vicinissimo alla spiaggia di terriccio grigiastro e nella laguna che si è creata sono già visibili dei piccoli iceberg (fa freddino e ci può essere un po' di vento in più, perciò vestitevi a strati...)
Da questa zona, continuando poi sulla ring road, siamo finalmente giunti alla parte dell'isola più bella...mistica e silenziosa...la Laguna Glaciale di Jokulsarlon.
Ci siamo fermati all'inizio in una delle prime piazzole sulla sinistra e... dietro le dune di lava e terra che costeggiano la strada...ecco comparire il ghiacciaio a pochi km da noi con antistante la grande laguna di acqua immobile e iceberg azzurri...con le montagne che si specchiano sulla superficie...suggestivo è dire poco...uno dei posti più belli che abbia mai visto...
Siamo entrati in un primo momento dal lato ovest, ma ci siamo subito accorti che la parte a sud est sembrava più grande e affascinante…perciò mio marito ha raggiunto l’altro grande parcheggio (dopo il grande ponte sulla ring road) in auto…mentre io ho fatto una camminata di una mezz’ora sul sentiero che fa tutto il giro della laguna….il silenzio, la calma, l’azzurro, il bianco di neve e ghiaccio permeavano tutto l’ambiente…ero letteralmente in paradiso…o nel regno onirico di Morfeo…o nel puro ventre di Madre Terra…al tempo zero della creazione….di sicuro la realtà per come la viviamo ogni giorno era anni luce distante da quella laguna… Non saremmo mai voluti andare via…saremmo voluti rimanere lì a fissare impietriti tutto quello spettacolo di neve acqua iceberg e cielo per ore e ore senza dire una parola…eravamo quasi in estasi…bellissimo…ho ancora i brividi se ci ripenso!
Purtroppo i km da percorrere per la tappa notturna erano ancora tanti, perciò, a malincuore, ma serbando nella mente un vivido ricordo di quegli attimi, siamo ripartiti alla volta di Hofn, che era la nostra sosta pasto/benzina e che abbiamo raggiunto in circa 1 ora. Abbiamo mangiato una semplice zuppa di verdure presso il Kaffi Hornid, casetta di legno all’ingresso del paese.
In serata, dopo una lunga “tirata” di 230 km siamo giunti infine a Reydarfjordur, semplice fiordo con piccolo porto commerciale che ospita in zona anche la grande fonderia di alluminio dell’Alcoa. Abbiamo cenato e dormito presso il pittoresco e accogliente Taergesen B&B, una delle migliori strutture tra le varie provate in questo bel viaggio.
Le principali possibilità di escursione a piedi sono due e noi le abbiamo fatte entrambe:
1) visita della "cascata nera" Svartifoss che si getta da alte colonne di basalto nero ed è raggiungibile in circa 1ora e mezzo di cammino A/R dal parcheggio, passando per il campeggio, tramite comodo e segnalato sentiero di circa 2 km (salendo lungo il percorso si può ammirare un'altra piccola cascata sulla sinistra e il ghiacciaio sulla destra)
2) visita del limitare del ghiacciaio Skaftafellsjokull tramite sentiero pianeggiante segnato e in larga parte asfaltato (1 ora circa A/R) Il ghiacciaio è vicinissimo alla spiaggia di terriccio grigiastro e nella laguna che si è creata sono già visibili dei piccoli iceberg (fa freddino e ci può essere un po' di vento in più, perciò vestitevi a strati...)
Da questa zona, continuando poi sulla ring road, siamo finalmente giunti alla parte dell'isola più bella...mistica e silenziosa...la Laguna Glaciale di Jokulsarlon.
Ci siamo fermati all'inizio in una delle prime piazzole sulla sinistra e... dietro le dune di lava e terra che costeggiano la strada...ecco comparire il ghiacciaio a pochi km da noi con antistante la grande laguna di acqua immobile e iceberg azzurri...con le montagne che si specchiano sulla superficie...suggestivo è dire poco...uno dei posti più belli che abbia mai visto...
Siamo entrati in un primo momento dal lato ovest, ma ci siamo subito accorti che la parte a sud est sembrava più grande e affascinante…perciò mio marito ha raggiunto l’altro grande parcheggio (dopo il grande ponte sulla ring road) in auto…mentre io ho fatto una camminata di una mezz’ora sul sentiero che fa tutto il giro della laguna….il silenzio, la calma, l’azzurro, il bianco di neve e ghiaccio permeavano tutto l’ambiente…ero letteralmente in paradiso…o nel regno onirico di Morfeo…o nel puro ventre di Madre Terra…al tempo zero della creazione….di sicuro la realtà per come la viviamo ogni giorno era anni luce distante da quella laguna… Non saremmo mai voluti andare via…saremmo voluti rimanere lì a fissare impietriti tutto quello spettacolo di neve acqua iceberg e cielo per ore e ore senza dire una parola…eravamo quasi in estasi…bellissimo…ho ancora i brividi se ci ripenso!
Purtroppo i km da percorrere per la tappa notturna erano ancora tanti, perciò, a malincuore, ma serbando nella mente un vivido ricordo di quegli attimi, siamo ripartiti alla volta di Hofn, che era la nostra sosta pasto/benzina e che abbiamo raggiunto in circa 1 ora. Abbiamo mangiato una semplice zuppa di verdure presso il Kaffi Hornid, casetta di legno all’ingresso del paese.
In serata, dopo una lunga “tirata” di 230 km siamo giunti infine a Reydarfjordur, semplice fiordo con piccolo porto commerciale che ospita in zona anche la grande fonderia di alluminio dell’Alcoa. Abbiamo cenato e dormito presso il pittoresco e accogliente Taergesen B&B, una delle migliori strutture tra le varie provate in questo bel viaggio.
GIORNO 3
IL NORD EST: da Reydarfjordur a Akureyri – 535 km circa
Questa è stata senza dubbio la giornata più intensa e stancante, ricca di km in auto e cose da vedere…ma comunque entusiasmante e certamente emozionante!
Partiti di buon mattino dal B&B Taergesen, ci siamo diretti alla volta del Borgarfjordur Eystri alla ricerca delle gabbianelle di mare. Dopo 1 ora e mezzo circa e un centinaio di km siamo giunti in questo villaggio incastonato tra rocce di riolite; il più settentrionale dei Fiordi Orientali. In 5 minuti abbiamo raggiunto il porticciolo fuori dal paese con l’antistante isoletta di Hafnarholmi…una gigantesca colonia di PUFFINS era lì ad attenderci! Il porticciolo è molto pittoresco e la scogliera adiacente è piena di questi curiosi e graziosi uccelli che amano nidificare e trascorrere il tempo tra le rocce…ci sono diverse piattaforme di legno con scalinate che girano sui 180 gradi dalle quali è possibile ammirarli da molto molto vicino…e, soprattutto, GRATUITAMENTE (altro che escursione a pagamento in barca..)! Abbiamo avuto modo di fare un vero e proprio book fotografico, da quelli a mollo nell’acqua del mare a quelli uno vicino all’altro, alcuni di loro con tante tante piccole aringhe ben strette nel becco arancione…
Ripartiti abbiamo fatto una lunga tirata, passando per la statale 94 e riprendendo la Ring Road superato di molto il bivio di Egilsstadir, fino alla meravigliosa e portentosa Dettifoss (circa 200 km e due ore e mezzo di guida). Abbiamo scelto di raggiungerla tramite la strada sterrata 864 che in circa 25 minuti di ghiaione ti porta al lato orientale del fiume (fattibile anche con una due ruote motrici, ma obiettivamente ci vorrebbe più tempo e sarebbe stancante, per un veicolo a due ruote motrici consiglierei la strada asfaltata 862 che raggiunge il versante occidentale). Il parcheggio è ampio ed è fornito di bagni gratuiti e da lì parte un piccolo sentiero ben indicato per arrivare proprio fin sul bordo della cascata e ammirare da pochi passi il portentoso salto! (In Islanda noterete più volte che il concetto di sicurezza in questi ambienti naturali selvaggi è un po’ più labile del nostro….)
La potenza e la forza delle acque la fanno da padrone: la cascata rovescia a valle, nel grande canyon che ne segue il salto, circa 190 metri cubi di acqua al secondo…E’ la cascata con la portata maggiore di ogni altra in Europa e abbiamo potuto individuarne la sede fin da lontano poiché il “fumo bianco” di spruzzi che libera nell’aria si vede da 1 km di distanza…
Volendo, dalla cascata si può continuare sul sentiero per raggiungerne un’altra più piccola, Selfoss, che però noi non abbiamo visto.
Ripercorsa in senso contrario la lunga e divertente strada sterrata, abbiamo ripreso la ring road in direzione del lago Myvatn. In 45 minuti circa, poco prima di raggiungere l’area del lago, abbiamo parcheggiato sulla sinistra perché ci siamo trovati di fronte all’ennesimo affascinante spettacolo di colori e fumi delle aree geotermali. Hverir, ha un aspetto di paesaggio marziano…tutto rosso e color ocra, con pozze bollenti, fumarole, soffioni e depositi azzurro biancastri di acque sulfuree...certamente affascinante.
Da lì, siamo tornati qualche centinaia di metri sui nostri passi e dalla ring road abbiamo voltato a sinistra verso l’area di Krafla. In 7 km si raggiunge dapprima l’area della centrale geotermica con le sue torri e le sue grosse tubature immerse in questo paesaggio lavico pieno di spaccature fumanti e rigagnoli biancastri di acque sulfuree; poi si sale verso la zona del cratere di Leirhnjukur e della caldera di solfatare con i vari strati di lava delle varie eruzioni, il fango ribollente, le bocche fumanti e le alte temperature miste al forte odore di zolfo. Dal piccolo parcheggio c’è un sentiero ben segnato che raggiunge la zona.
Quindi ci siamo diretti finalmente verso il lago di Myvatn, che per motivi di tempo abbiamo fotografato solo dall’alto potendone intravedere ed ammirare gli pseudocrateri (buche nel panorama di acqua e terra rossa). Abbiamo trovato due punti panoramici: uno sulla sinistra, proveniendo da Hverir, sulla discesa che conduce al lago; l’altro sulla strada che devia a destra dalla ring road per andare verso Husavik e non abbiamo fatto il giro intorno (comunque in un giorno si riuscirebbe a visitare bene tutta l’area). Il lago è infestato di piccoli moscerini che pungono creando molto fastidio e prurito, tanto che alcune guide indicano che nell’area vengono vendute zanzariere da indossare sul viso per non avere problemi.
Sulla discesa che porta al lago proveninendo da Hverir, poi, è possibile vedere lo svincolo sulla sinistra che conduce ai Bagni termali di Myvatn (non li abbiamo “sperimentati”, ma sembra siano molto belli e suggestivi, meno turistici e più economici della Blue Lagoon).
Nell’area di Myvatn abbiamo visitato solamente Grjotagjia (svincolo a sinistra sempre dalla ring road sulla discesa che proviene da Hverir): lunga fenditura vuota nel terreno con una grotta sotterranea tra le rocce piena di acqua a 45°C….suggestiva ed azzurrissima in netto contrasto con l’oscurità delle rocce che la circondano….una mano o un piede nell’acqua per testare la temperatura è d’obbligo (il bagno ovviamente è vietato!).
Da Myvatn abbiamo lasciato la ring road dirigendoci verso nord sulla statale 87 e abbiamo raggiunto la pittoresca cittadina di Husavik (la capitale islandese per il whale watching, la baia è ricca di nutrimento ed è “visitata” da una decina di diverse specie di cetacei…ci sono due compagnie di escursioni che non si fanno grossa concorrenza: circa 70 euro a persona per un’escursione di 3 ore con garanzia del 90% di avvistamento balene). Visitata la cittadina con il porticciolo, abbiamo saltato la gita balene per non ritardare la tabella di marcia :bisognerebbe trovare un pescatore con un barchino che per meno ti porti a largo magari un’oretta…ma hanno imparato l’arte del turismo e del commercio molto molto bene!...magari nell’area dei fiordi occidentali o in cittadine portuali del nord meno famose potrebbe essere più facile!). Comunque, pasto veloce di tardo pomeriggio al fish and chips take away del porto (con qualche tavolino di legno all’esterno e fish and chips sicuramente non dei migliori, ma abbondante…basta una porzione per due…e economico…1300 corone), sosta rifornimento e via in direzione di Akureyri.
PS: Per mangiare a Husavik molto carino e dai prezzi accettabili (sulla qualità del cibo non saprei perché abbiamo visto solo da fuori il locale e le portate) è il Naustid, all’estremità orientale del porto.
Sulla strada per Akureyri abbiamo ammirato anche la bella cascata Godafoss…
In serata siamo giunti in città (seconda d’Islanda, la “capitale del nord” con i suoi 17000 abitanti) e abbiamo soggiornato presso l’AkurInn Guesthouse: casa in zona semiresidenziale con parcheggio gratuito sulla strada (facile disponibilità di posti) dall’aspetto un po’ kitsch misto a bon-ton, da rimodernare nelle aree comuni…con 3 piani di scale senza ascensore, moquette a terra, obbligo di togliere le scarpe all’ingresso, reception non presente…(leggete la mia recensione su tripadvisor che fate prima…)
Akureyri sorge sul fiordo principale dell’isola tra vette innevate, l’inverno è meta ideale per gli islandesi per le piste da sci, è piena di fioriere e il centro è ben curato e pulito, sulla sommità di una prima collinetta sorge la chiesa (stesso architetto della chiesa di Reykjavik) e ancora più in alto tutta la zona residenziale… E’ piena di giovani che la sera amano girare in auto a 10 all’ora con la musica “a palla” facendo il loro “struscio” motorizzato sul viale principale della città…molti di loro mangiano anche un cono gelato all’interno del veicolo… (boh…contenti loro…)
GIORNO 4
IL NORD OVEST: da Akureyri a Fossatun – 460 Km circa
Giornata dall’incedere più lento dedicata all’avvistamento foche, al paesaggio e al buon cibo tipico…Colazione ad Akureyri effettuata e consigliata presso la pasticceria-cafè “Braudbud Konditori” su Hafnarstraeti (viale semipedonale principale fornito di cafè, negozi di souvenir, farmacia, ristorantini e piccoli market)…molto buone le paste (in Islanda abbiamo sempre trovato ottimi dolci e paste per colazione o spuntini pomeridiani!)
Partenza alla volta della Penisola di Vatnsnes alla ricerca delle foche… Rispetto alla ring road, noi, a cui piace rendere le cose più frizzanti e complete, abbiamo optato per deviazione verso nord nella penisola di Trollaskagi per visitare il paesino di pescatori di Siglufjordur e vedere così un altro fiordo e scorci caratteristici e mozzafiato…1 ora di auto e un’ottantina di km di statale 87…compreso lungo tunnel di collegamento tra lato est e ovest del fiordo passando per il tranquillo villaggio di Dalvik prima (da cui partono le navi per l’isola di Grimsey, unico punto di Islanda oltre il circolo polare artico) e per il più energico ma isolato villaggio di Olafsfjordur poi.
(NB: occhio al limite nel tunnel, 70 km/h...non superatelo perché ci sono autovelox nascosti...noi abbiamo preso una bella multa! meno male solo 30 euro....ma rispettate la velocità...!)…
Il villaggio di Siglufjordur è molto pittoresco con le sue case colorate e la posizione assolata su un’area di fiordo molto ampia e panoramica. Il porticciolo è veramente delizioso e ospita due ristorantini adiacenti e quasi “gemelli”… ma “diversi”…uno rosso e l’altro giallo e un piccolo praticello con giochi per bambini e mega scacchiera…
Abbiamo continuato il giro della penisola tramite la statale 76 e raggiunto il bivio di Blonduos per la strada interna 744. Da lì diritti verso l’ingresso della Penisola di Vatnsnes in meno di 3 ore di auto (comprese soste per foto vista la spettacolarità autentica e introvabile dei paesaggi…). La statale 711, che percorre la penisola, subito dopo l’agglomerato urbano di Hvammstangi diviene sterrata e dissestata (occhio alle curve e ai dossi con palo centrale…lì noi abbiamo avuto una piccola uscita di strada nei pressi di Illugastadir per la forse troppa velocità…fortunatamente senza danni a persone o cose….ma con la necessità di uscire dal fossato laterale alla strada con le 4 ruote motrici!).
Siamo arrivati fino alla punta a Hindisvik. Lì in passato c’era la possibilità di vedere da vicino una grande colonia di foche, ma ora il sito è chiuso con divieto di accesso e cartello che spiega che è stato necessario isolare la zona poiché le foche stavano abbandonando l’area per il troppo turismo. Perciò l’unico altro posto dove vedere le foche è nei pressi del piccolo caffè/campeggio sulla scogliera a Illugastadir. Un cartello segnala la possibilità di fotografare gli animali dopo un percorso di 5 minuti circa su un sentiero che scende sulla scogliera in mezzo a centinaia di uccelli. Le foche sono comunque lontane, perché amano stare sdraiate di lato sulla seconda fila di scogli, perciò per fare foto decenti occorre avere un obiettivo con zoom di almeno 200 mm.
La sosta per il pasto è vivamente consigliata nel tipico e isolato ristorantino sulla statale 711 nei pressi di Illugastadir: Geitafell...ottima zuppa di pesce...e abbondante....e ottima anche l'insalatina di apertura offerta dalla cucina!
Arrivati oramai a pomeriggio inoltrato ci siamo incamminati verso la struttura scelta per la notte. Abbiamo seguito la ring road in senso antiorario verso sud e nei pressi della cittadina di Bifrost, il nostro "simpatico" navigatore islandese (in dotazione con l'auto a noleggio) ci ha fatto lasciare la strada principale e asfaltata girando a sinistra su una strada sterrata....tutto bene fino a quando ci siamo resi conto che iniziava a salire parecchio e a diventare sempre più stretta e dissestata....ma...ormai?!? Abbiamo tirato diritto per gli altri 7 km rimanenti e ci siamo fatti un giro sull'estremità nordovest degli altopiani interni...che divertimento!!!!Eravamo solo noi, la nostra Jimny, le buche e la natura verde e grigia degli altopiani...un'esperienza indimenticabile veramente!
Nel tardo pomeriggio siamo arrivati alla guesthouse Fossatun, sulla statale 50 tra Borgarnes e Reykholt. Struttura splendida, immersa nella natura al limitare di una bella cascata, con due prefabbricati di legno che ospitano sia la parte ristorante/bar sia la zona camere. Bellissima collezione di vinili nella saletta vicina al ristorante, ampio terrazzo sulla cascata, annesso campeggio e collina con percorso a tema sui Troll (con mega statue e pentolone....il titolare è famoso in tutta Islanda perché scrive storie sui troll...i libri sono in vendita nella struttura e i disegni sono molto carini!).
Prima di due buone birre locali nel bar della struttura abbiamo avuto il tempo di visitare la sorgente termale più grande d'Europa, Delidartunguhver, con acqua che ribolle in profondità, forte odore di zolfo e alte nuvole di vapore (svincolo a sinistra sulla statale 50 verso Reykholt). Nel parcheggio c'è un chioschetto di legno con tante bustine di plastica trasparente piene di pomodorini rossi da comprare (a ogni bustina presa vanno messe nella cassettina 200 corone islandesi...non c'è nessuno che le vende, sono lì a disposizione...l'onestà evidentemente "paga" in questo caso!). I pomodorini, comunque, sono prodotti nelle serre adiacenti all'area che sfruttano l'energia naturale della sorgente. (PS...erano molto buoni e saporiti!)
Giornata dall’incedere più lento dedicata all’avvistamento foche, al paesaggio e al buon cibo tipico…Colazione ad Akureyri effettuata e consigliata presso la pasticceria-cafè “Braudbud Konditori” su Hafnarstraeti (viale semipedonale principale fornito di cafè, negozi di souvenir, farmacia, ristorantini e piccoli market)…molto buone le paste (in Islanda abbiamo sempre trovato ottimi dolci e paste per colazione o spuntini pomeridiani!)
Partenza alla volta della Penisola di Vatnsnes alla ricerca delle foche… Rispetto alla ring road, noi, a cui piace rendere le cose più frizzanti e complete, abbiamo optato per deviazione verso nord nella penisola di Trollaskagi per visitare il paesino di pescatori di Siglufjordur e vedere così un altro fiordo e scorci caratteristici e mozzafiato…1 ora di auto e un’ottantina di km di statale 87…compreso lungo tunnel di collegamento tra lato est e ovest del fiordo passando per il tranquillo villaggio di Dalvik prima (da cui partono le navi per l’isola di Grimsey, unico punto di Islanda oltre il circolo polare artico) e per il più energico ma isolato villaggio di Olafsfjordur poi.
(NB: occhio al limite nel tunnel, 70 km/h...non superatelo perché ci sono autovelox nascosti...noi abbiamo preso una bella multa! meno male solo 30 euro....ma rispettate la velocità...!)…
Il villaggio di Siglufjordur è molto pittoresco con le sue case colorate e la posizione assolata su un’area di fiordo molto ampia e panoramica. Il porticciolo è veramente delizioso e ospita due ristorantini adiacenti e quasi “gemelli”… ma “diversi”…uno rosso e l’altro giallo e un piccolo praticello con giochi per bambini e mega scacchiera…
Abbiamo continuato il giro della penisola tramite la statale 76 e raggiunto il bivio di Blonduos per la strada interna 744. Da lì diritti verso l’ingresso della Penisola di Vatnsnes in meno di 3 ore di auto (comprese soste per foto vista la spettacolarità autentica e introvabile dei paesaggi…). La statale 711, che percorre la penisola, subito dopo l’agglomerato urbano di Hvammstangi diviene sterrata e dissestata (occhio alle curve e ai dossi con palo centrale…lì noi abbiamo avuto una piccola uscita di strada nei pressi di Illugastadir per la forse troppa velocità…fortunatamente senza danni a persone o cose….ma con la necessità di uscire dal fossato laterale alla strada con le 4 ruote motrici!).
Siamo arrivati fino alla punta a Hindisvik. Lì in passato c’era la possibilità di vedere da vicino una grande colonia di foche, ma ora il sito è chiuso con divieto di accesso e cartello che spiega che è stato necessario isolare la zona poiché le foche stavano abbandonando l’area per il troppo turismo. Perciò l’unico altro posto dove vedere le foche è nei pressi del piccolo caffè/campeggio sulla scogliera a Illugastadir. Un cartello segnala la possibilità di fotografare gli animali dopo un percorso di 5 minuti circa su un sentiero che scende sulla scogliera in mezzo a centinaia di uccelli. Le foche sono comunque lontane, perché amano stare sdraiate di lato sulla seconda fila di scogli, perciò per fare foto decenti occorre avere un obiettivo con zoom di almeno 200 mm.
La sosta per il pasto è vivamente consigliata nel tipico e isolato ristorantino sulla statale 711 nei pressi di Illugastadir: Geitafell...ottima zuppa di pesce...e abbondante....e ottima anche l'insalatina di apertura offerta dalla cucina!
Arrivati oramai a pomeriggio inoltrato ci siamo incamminati verso la struttura scelta per la notte. Abbiamo seguito la ring road in senso antiorario verso sud e nei pressi della cittadina di Bifrost, il nostro "simpatico" navigatore islandese (in dotazione con l'auto a noleggio) ci ha fatto lasciare la strada principale e asfaltata girando a sinistra su una strada sterrata....tutto bene fino a quando ci siamo resi conto che iniziava a salire parecchio e a diventare sempre più stretta e dissestata....ma...ormai?!? Abbiamo tirato diritto per gli altri 7 km rimanenti e ci siamo fatti un giro sull'estremità nordovest degli altopiani interni...che divertimento!!!!Eravamo solo noi, la nostra Jimny, le buche e la natura verde e grigia degli altopiani...un'esperienza indimenticabile veramente!
Nel tardo pomeriggio siamo arrivati alla guesthouse Fossatun, sulla statale 50 tra Borgarnes e Reykholt. Struttura splendida, immersa nella natura al limitare di una bella cascata, con due prefabbricati di legno che ospitano sia la parte ristorante/bar sia la zona camere. Bellissima collezione di vinili nella saletta vicina al ristorante, ampio terrazzo sulla cascata, annesso campeggio e collina con percorso a tema sui Troll (con mega statue e pentolone....il titolare è famoso in tutta Islanda perché scrive storie sui troll...i libri sono in vendita nella struttura e i disegni sono molto carini!).
Prima di due buone birre locali nel bar della struttura abbiamo avuto il tempo di visitare la sorgente termale più grande d'Europa, Delidartunguhver, con acqua che ribolle in profondità, forte odore di zolfo e alte nuvole di vapore (svincolo a sinistra sulla statale 50 verso Reykholt). Nel parcheggio c'è un chioschetto di legno con tante bustine di plastica trasparente piene di pomodorini rossi da comprare (a ogni bustina presa vanno messe nella cassettina 200 corone islandesi...non c'è nessuno che le vende, sono lì a disposizione...l'onestà evidentemente "paga" in questo caso!). I pomodorini, comunque, sono prodotti nelle serre adiacenti all'area che sfruttano l'energia naturale della sorgente. (PS...erano molto buoni e saporiti!)
GIORNO 5
PENISOLA DI SNAEFELLSNES: da Fossatun a Reykjavik – 450 Km circa
Lasciato Fossatun abbiamo preso la statale 60 all’altezza di Bifrost e da lì, invece di addentrarci nei Fiordi Occidentali, abbiamo scelto di girare la lunga penisola di Snaefellsnes entrando dalla statale 54 sul lato nord.
La prima tappa (150 km, 2 ore circa di auto) è stata Stykkisholmur, cittadina portuale, dalle case come sempre colorate, che sorge su una lingua di terra che si protende nell’oceano, da dove partono i traghetti per l’isolotto di Flatey e per Brjanslaekur nei Fiordi Occidentali. Per raggiungerla dal lato nordest bisogna fare una settantina di km su strada sterrata, panoramica, affascinante tra scogliere, fiordi e ampie spiagge.
Dal porto si sale a piedi sull’isola di basalto di Sugandisey che sulla sommità ospita un bel faro e offre una bella vista del Breidafjordur. Il fiordo comunque può essere ammirato da lontano, in visione panoramica, sulla statale 54 nord che entra in città (uno spiazzo in posizione ottimale tra le uniche due chiesette che si trovano)….da quelle parti su un’ampia spiaggia con adiacente piazzola per l’auto non ho potuto fare a meno di bagnare piedi e polpacci nelle gelide acque dell’oceano atlantico del nord!
Lasciata la parte nord della penisola ci siamo addentrati nel parco nazionale dello Snaefellsjokull grazie alla bellissima strada panoramica 574 in parte non battuta, ma percorribile anche con 2 ruote motrici. Si arriva quasi sotto alle pendici del ghiacciaio e l’ambiente circostante è brullo, disabitato e quasi lunare…speroni di lava nera che emergono dal ghiaione e, quando siamo passati noi, c’era quella pioggerellina fitta con la nebbia bassa sulle vette che donava al panorama quell’aspetto tetro tipico delle leggende sui troll che vivono le montagne…
PS: la calotta glaciale dello Snaefellsjokull è l’ambientazione del romanzo di Julius Verne “Viaggio al centro della terra”…il viaggio del geologo tedesco e suo nipote nel cratere di questo vulcano guidati dalle indicazioni ritrovate in un libro di un alchimista islandese…
Dopo un altro centinaio di km da Stykkisholmur e circa 90 minuti di auto siamo arrivati all’ingresso della costa sud della penisola, la parte più dolce con le iniziali scogliere e le successive spiagge sabbiose…
La sosta è stata d’obbligo a Hellnar, piccolissimo villaggio di pescatori che si affaccia sulla baia dall’alto e da dove si sviluppa una scogliera a picco sul mare. C’è un parcheggio alla fine del paese, proprio sopra la spiaggetta che dà inizio alla scogliera e c’è anche un piccolo ristorantino – Fjoruhusid – dove potersi riposare e mangiare una buona e calda zuppa di pesce. Dal ristorantino, prima siamo scesi verso la spiaggetta con la grotta di Badstofa (bellissima con i molti uccelli, la pietra nera modellata dal vento e le tante onde che si infrangono sulle rocce…); poi abbiamo seguito il sentiero sterrato che si inerpica in alto sulla scogliera tra le rocce laviche e, in posizione panoramicissima, seguendo la costa frastagliata, in una quarantina di minuti di passeggiata (2.5 km totali solo andata, con qualche difficoltà lieve nel tratto iniziale) abbiamo raggiunto la cittadina di Arnarstapi. Lì ci sono due cose da fotografare e andare a vedere oltre al panorama mozzafiato:
1) il monumento a Julius Verne, che sorge vicino ad un cafè-ristorante sulla statale che entra in paese e che consiste in un palo di legno con tante indicazioni di distanza delle principali città del mondo dal centro della terra, il cui ingresso è simboleggiato da una buca nel terreno adiacente ai cartelli;
2) il monumento al troll Bardur, spirito guardiano della regione, che si erge grande grosso e “roccioso” sulla scogliera vicino al ristorantino al termine del sentiero che viene da Hellnar.
Ripartiti dal parcheggio di Hellnar dopo queste 2 ore di passeggiata, abbiamo continuato il viaggio riprendendo la statale 54 sud in direzione della capitale e, prima di lasciare la penisola, ci siamo fermati all’altezza di Budavik in una piazzola sulla destra. Percorso il veloce e pianeggiante sentiero, in meno di 10 minuti, eravamo a far foto (un po’ più da vicino rispetto al Vatnses) ad altre colonie di pigre e “panciute” foche nella spiaggia di Ytri Tunga (posto ideale per ammirarle e fotografarle).
Lasciata la penisola ci siamo diretti verso sud costeggiando l’isola, passando per la cittadina di Borgarnes (tagliando il fiordo di Borgar) e quella di Akranes e, in circa 2 ore e 150 km siamo tornati per la seconda volta a Reykjavík: questa volta abbiamo dormito in periferia della città per avere il parcheggio gratuito vista l’auto a noleggio… VIK Arctic Comfort Hotel, a sud est del centro, vicino alla tangenziale che costeggia la città (struttura anni ’80, camera ampia con 3 posti letto, bagno da rimodernare, prezzo economico per la capitale 108 euro 1 notte x 2 persone solo pernottamento).
PS: da Akranes per raggiungere la capitale non abbiamo fatto il giro del fiordo Hvalfjordur, che sarebbe stato senza dubbio affascinante, ma ci avrebbe portato via troppo tempo…abbiamo invece preferito usufruire del nuovo tunnel sotterraneo (scavato 165 mt sotto il livello del mare e lungo circa 6 km, a pagamento solo provenendo da nord, 1000 ISK )
La prima tappa (150 km, 2 ore circa di auto) è stata Stykkisholmur, cittadina portuale, dalle case come sempre colorate, che sorge su una lingua di terra che si protende nell’oceano, da dove partono i traghetti per l’isolotto di Flatey e per Brjanslaekur nei Fiordi Occidentali. Per raggiungerla dal lato nordest bisogna fare una settantina di km su strada sterrata, panoramica, affascinante tra scogliere, fiordi e ampie spiagge.
Dal porto si sale a piedi sull’isola di basalto di Sugandisey che sulla sommità ospita un bel faro e offre una bella vista del Breidafjordur. Il fiordo comunque può essere ammirato da lontano, in visione panoramica, sulla statale 54 nord che entra in città (uno spiazzo in posizione ottimale tra le uniche due chiesette che si trovano)….da quelle parti su un’ampia spiaggia con adiacente piazzola per l’auto non ho potuto fare a meno di bagnare piedi e polpacci nelle gelide acque dell’oceano atlantico del nord!
Lasciata la parte nord della penisola ci siamo addentrati nel parco nazionale dello Snaefellsjokull grazie alla bellissima strada panoramica 574 in parte non battuta, ma percorribile anche con 2 ruote motrici. Si arriva quasi sotto alle pendici del ghiacciaio e l’ambiente circostante è brullo, disabitato e quasi lunare…speroni di lava nera che emergono dal ghiaione e, quando siamo passati noi, c’era quella pioggerellina fitta con la nebbia bassa sulle vette che donava al panorama quell’aspetto tetro tipico delle leggende sui troll che vivono le montagne…
PS: la calotta glaciale dello Snaefellsjokull è l’ambientazione del romanzo di Julius Verne “Viaggio al centro della terra”…il viaggio del geologo tedesco e suo nipote nel cratere di questo vulcano guidati dalle indicazioni ritrovate in un libro di un alchimista islandese…
Dopo un altro centinaio di km da Stykkisholmur e circa 90 minuti di auto siamo arrivati all’ingresso della costa sud della penisola, la parte più dolce con le iniziali scogliere e le successive spiagge sabbiose…
La sosta è stata d’obbligo a Hellnar, piccolissimo villaggio di pescatori che si affaccia sulla baia dall’alto e da dove si sviluppa una scogliera a picco sul mare. C’è un parcheggio alla fine del paese, proprio sopra la spiaggetta che dà inizio alla scogliera e c’è anche un piccolo ristorantino – Fjoruhusid – dove potersi riposare e mangiare una buona e calda zuppa di pesce. Dal ristorantino, prima siamo scesi verso la spiaggetta con la grotta di Badstofa (bellissima con i molti uccelli, la pietra nera modellata dal vento e le tante onde che si infrangono sulle rocce…); poi abbiamo seguito il sentiero sterrato che si inerpica in alto sulla scogliera tra le rocce laviche e, in posizione panoramicissima, seguendo la costa frastagliata, in una quarantina di minuti di passeggiata (2.5 km totali solo andata, con qualche difficoltà lieve nel tratto iniziale) abbiamo raggiunto la cittadina di Arnarstapi. Lì ci sono due cose da fotografare e andare a vedere oltre al panorama mozzafiato:
1) il monumento a Julius Verne, che sorge vicino ad un cafè-ristorante sulla statale che entra in paese e che consiste in un palo di legno con tante indicazioni di distanza delle principali città del mondo dal centro della terra, il cui ingresso è simboleggiato da una buca nel terreno adiacente ai cartelli;
2) il monumento al troll Bardur, spirito guardiano della regione, che si erge grande grosso e “roccioso” sulla scogliera vicino al ristorantino al termine del sentiero che viene da Hellnar.
Ripartiti dal parcheggio di Hellnar dopo queste 2 ore di passeggiata, abbiamo continuato il viaggio riprendendo la statale 54 sud in direzione della capitale e, prima di lasciare la penisola, ci siamo fermati all’altezza di Budavik in una piazzola sulla destra. Percorso il veloce e pianeggiante sentiero, in meno di 10 minuti, eravamo a far foto (un po’ più da vicino rispetto al Vatnses) ad altre colonie di pigre e “panciute” foche nella spiaggia di Ytri Tunga (posto ideale per ammirarle e fotografarle).
Lasciata la penisola ci siamo diretti verso sud costeggiando l’isola, passando per la cittadina di Borgarnes (tagliando il fiordo di Borgar) e quella di Akranes e, in circa 2 ore e 150 km siamo tornati per la seconda volta a Reykjavík: questa volta abbiamo dormito in periferia della città per avere il parcheggio gratuito vista l’auto a noleggio… VIK Arctic Comfort Hotel, a sud est del centro, vicino alla tangenziale che costeggia la città (struttura anni ’80, camera ampia con 3 posti letto, bagno da rimodernare, prezzo economico per la capitale 108 euro 1 notte x 2 persone solo pernottamento).
PS: da Akranes per raggiungere la capitale non abbiamo fatto il giro del fiordo Hvalfjordur, che sarebbe stato senza dubbio affascinante, ma ci avrebbe portato via troppo tempo…abbiamo invece preferito usufruire del nuovo tunnel sotterraneo (scavato 165 mt sotto il livello del mare e lungo circa 6 km, a pagamento solo provenendo da nord, 1000 ISK )
GIORNO 6
CIRCOLO D'ORO E BLUE LAGOON: da Reykjavík a Keflavik - 300 Km circa
Ultima giornata passata in terra islandese...che il Circolo d'Oro abbia inizio...
Dopo un'ottima colazione presso la Bakari Sandholt, sul viale principale Laugavegur, panetteria con ricercato sottofondo musicale, dolci sopraffini e arredamento di ottimo gusto, abbiamo lasciato la capitale e abbiamo imboccato la statale 36 alla volta del Parco Nazionale di Pingvellir. In 40 minuti di auto (circa 50 km dalla capitale) abbiamo raggiunto l'ingresso del parco
(patrimonio dell’umanità dell’UNESCO). Qui i vichinghi vi fondarono nel 930 d.C. il primo parlamento democratico del mondo, l’Alping. Il parco sorge all’interno dell’immensa frattura causata dalla separazione delle due zolle tettoniche, quella nord-americana e quella euroasiatica. Il parcheggio è gratuito ed è vicino al centro servizi, dove si possono vedere dei filmati inerenti il parco ed acquistare qualche souvenir (nell’area parcheggio si trovano anche i bagni, ma sono a pagamento, per la prima volta, in tutta la vacanza…si vede che questa area è quella più turistica e visitata d’Islanda…). Accanto al parcheggio (a destra) c’è un grande terrazzo da dove si può ammirare tutta la zona. Adiacente al centro servizi una passerella di legno scende incastonata tra le due pareti di roccia (Almanaja) che “simboleggiano” le due zolle tettoniche. Da lì inizia il percorso a piedi nel parco. C’è una piccola cascata, tutta la vallata con il fiume dove si riuniva l’assemblea (Neorivellir), il promontorio con la roccia della legge (Logberg) e la bandiera islandese dove si posizionava l’oratore, la chiesa (Pingavallakirkja) e le rovine dei capanni di pietra e torba ai lati del fiume Oxara e infine il grande lago Pingvallavatn (formato dalle acque del ghiacciaio Langjokull e dalla sorgente calda Vellankatla). In zona sono possibili escursioni a pagamento con muta e maschera da sub nelle acque cristalline della frattura Silfra tra le due placche.
Da Pingvellir ci siamo diretti verso il GRANDE GEYSIR (il geyser più famoso il cui nome in islandese significa “eruttare”) raggiungendolo in una quarantina di minuti. Il primo tratto non lo abbiamo fatto seguendo subito la strada 365, ma abbiamo scelto prima una strada sterrata presa a sinistra subito dopo aver lasciato il parco che è arrivata fino a Laugarvatn da nord e quindi ci siamo immessi sulla 365. Giunti a Geysir ci siamo trovati in un’area attraversata dalla statale con, a destra, il grande parcheggio e il cafè-ristorante con souvenir e, a sinistra, l’ingresso dell’area geotermale. La terra è come sempre color ocra e rosso ed è fumante, dall’odore sulfureo e con tante pozze ribollenti. La stradina pedonale porta al centro della spianata dove è presente una sorta di cratere dal diametro di circa 5 metri pieno di acqua calda fumante…il famigerato geyser STROKKUR….Ad intervalli regolari di circa 6-7 minuti, improvvisamente, la sorgente di acqua calda nel cratere si rigonfia fino a “scoppiare” letteralmente, arrotolandosi su se stessa e schizzando diritta verso l’alto per una quindicina di metri…quindi viene come risucchiata dal cratere stesso nell’arco di pochissimi secondi….(a volte appena risucchiato il geysir fa un secondo schizzo prima di quietarsi di nuovo…e non posizionatevi in favore di vento se non volete farvi una bella doccia bollente!) ...quindi torna tutto calmo come prima…solamente per alcuni minuti però! Tutti stanno intorno alla bassa transenna che circonda l’area, in attesa di immortalare con un video o con una foto questo strano “scherzo” della natura…e di solito si sta lì a vedere 4-5 “soffiate d’acqua” prima di riuscire ad ottenere lo scatto o il video migliore ed essere soddisfatti… In fondo all’area, sulla destra rispetto al geyser Strokkur, c’è il vecchio e rinomato GRANDE GEYSIR, dal diametro molto più grande, che schizzava acqua fino a 80 metri di altezza, ma che, purtroppo, dagli anni’50 è inattivo (si dice per i tanti sassi tirati all’interno dai turisti nei vari anni con l'intento di farlo azionare...ma che invece hanno ottenuto l'effetto contrario, bloccandolo..).
Dopo il geysir, l’ultima attrazione del circolo d’oro, poco distante, è la GULLFOSS, la cascata d’oro, la più famosa d’Islanda…doppio salto di 32 m in uno stretto canyon….con grossa nuvola di spruzzi circostante (mettetevi un poncho se non volete uscirne zuppi!!!). E’ chiamata d’oro perché con il sole spesso i raggi donano all’acqua questo riflesso…l’inverno invece viene visitata perché è avvolta da una parete di ghiaccio…se invece il tempo è brutto può capitare di trovare il secondo salto avvolto nella nebbia…ma fortunatamente noi siamo riusciti ad ammirarla in tutto il suo splendore…pure se la giornata era grigia e a tratti piovosa. C’è il solito parcheggio con negozio di souvenir e abiti islandesi + cafè ristorante + bagni a pagamento…da lì parte la stradina. La prima parte arriva ad una terrazza dalla quale si ammira dall’alto il doppio salto ed è raggiungibile anche dai disabili con sedia a rotelle…quindi partono scalette che si dividono le prime seguendo la cascata fino a limitare delle rocce (bellissime foto davanti al salto con la mega nuvola di acqua che ti avvolge…) le seconde, invece, la seguono dall’alto.
Lasciato il Circolo d’Oro, abbiamo seguito la statale 35 fino a Kerid, un cratere formatosi migliaia di anni fa contenente un lago verde e spettrale (la cantante Bjork vi ha tenuto un concerto nel mezzo a bordo di una zattera qualche tempo fa)…peccato che fosse un’attrazione a pagamento…e, sinceramente, magari certamente sbagliando, abbiamo preferito non pagare proprio per una delle cose meno affascinanti dell’isola dopo che avevamo visitato gratuitamente altre meraviglie naturali da mozzare il fiato…proseguendo abbiamo fatto una sosta tecnica per il pranzo a Hveragerdi, perché avevamo letto sulla guida che era visitabile gratuitamente il parco geotermale Hverasvaedid in centro città, con pozze di fango e pozze fumanti dove immergere i piedi…purtoppo, anche lì abbiamo avuto la triste sorpresa di trovare la struttura a pagamento…e quindi abbiamo deciso di soprassedere….è un peccato: abbiamo girato 5 giorni in lungo e in largo per l’isola fotografando foche e puffins, cascate spettacolari e lagune glaciali etereee, geysir maestosi e sorgenti geotermali immense…sempre senza dover pagare nulla….e poi le due cose più “semplici” e meno turistiche le abbiamo trovate, senza capirne il reale motivo, a pagamento….mah…misteri delle logiche del turismo….
L’ultima tappa del nostro giro d’Islanda, nell’ultimo pomeriggio di vacanza, è invece stata d’obbligo nonostante il forse troppo elevato prezzo richiesto….le calde acque della Blue Lagoon ci hanno deliziato, riscaldato e rilassato per le ultime ore di viaggio….quale miglior modo per concludere la vacanza?!?
La grande piscina geotermale è il simbolo d’Islanda e sorge all’interno del sito di una delle tante eruzioni, nell’ambito della vasta area geotermale della penisola di Reykjanes, a circa 15 km dall’aeroporto e da Keflavik. Nella distesa di lava nera è scavata una piscina naturale con acque di colore azzurro bianco, lattiginose per via della tanta sabbia silicea bianca che contengono, calde e piacevoli per la loro temperatura di 38°C… il fango siliceo è disponibile all’interno di grosse vasche di legno sparse ai bordi della piscina e può essere spalmato su viso e corpo per farlo seccare ed ottenere, al risciacquo, una pelle morbidissima e levigata….un vero scrub naturale! L’ingresso base costa 40 € ( 6200 ISK) a persona e comprende l’utilizzo di docce armadietti e spogliatoi (viene fornito un braccialetto di gomma che si lascia legato al polso e permette di aprire gli armadietti ed azionare le docce) nonché l’uso illimitato della piscina, del fango siliceo, della cascata calda, della sauna e dei due bagni turchi tutti localizzati nell’area della laguna…Mentre si sta a mollo, si possono acquistare bevande nel chioschetto che è stato costruito quasi nell’acqua…in molti sorseggiavano birra, coca cola o cocktail mentre erano sdraiati in piscina…Noi siamo arrivati alla laguna nel tardo pomeriggio, verso le 17:30 (la struttura è aperta fino alle 21) ed è stato un bene perché in quel momento tanti gruppi in autobus che erano venuti a fare il bagno se ne stavano andando, quindi ci siamo goduti con più tranquillità tutta l’area…dentro la struttura c’è un grande negozio di souvenir che vende tutti i prodotti della SPA, un bar e un bellissimo ristorante (abbastanza costoso)…dal ristorante una grande scalinata laterale conduce alla terrazza all’aperto che sovrasta la piscina geotermale fornendo una bellissima panoramica...sembra veramente di trovarsi in un paesaggio di un pianeta lontano….affascinante…quel pomeriggio tra la pioggerellina fitta, l’acqua calda con il vapore e tutto il nero delle rocce intorno, l’atmosfera era veramente onirica!
PS: prima di entrare in piscina è d’obbligo una doccia con acqua dolce senza costume (ma all’interno degli spogliatoi che sono divisi per sesso…); l’acqua silicea corrode l’argento…l’oro è ok invece (le nostre fedi matrimoniali non hanno riportato danni…); il fango siliceo leviga la pelle ma secca terribilmente i capelli….(dategli giù con il balsamo per diversi giorni dopo aver visitato la laguna….i capelli sembrano stoppa!!!)
Secondo me la visita di una piscina geotermale se si va in Islanda è obbligatoria…la Blue Lagoon è la più famosa, ma anche Myvatn va benissimo ed è più economica….per chi ha più tempo a disposizione e visita i fiordi occidentali, dicono che una piscina molto bella e suggestiva, meno turistica e più economica sorge alla fine di un sentiero sterrato di 3 Km oltre Nordurfjordur: Krossneslaug (ingresso 450 ISK) ai confini del mondo abitato, su una spiaggia di ciottoli neri, ideale per fare un bagno rilassante ed osservare il sole di mezzanotte…
Verso le 20 abbiamo lasciato la laguna e siamo andati a Keflavik...cena veloce in un pub stile americano (con juke box, poster di Marylin e Elvis alle pareti, sgabelli rossi e bancone) con mega bacon burger, patatine e birra e poi di corsa a letto perché l'indomani avremmo avuto la levataccia alle 4:00 per riconsegna auto e partenza del volo per Malpensa alle 6:00...L'ultimo albergo...l'Airport Inn, sorge vicino alla vecchia base militare americana poco fuori Keflavik a circa 3 km dall'aeroporto...nuovo, senza reception, ben arredato con bagno in camera, economico e pulito...ottimo punto di appoggio per chi volesse risparmiare, essere indipendente e libero e muoversi di giorno in giorno verso ogni zona diversa (le attrazioni principali distano al massimo 200 km)
CONSIDERAZIONI FINALI
Qui si conclude...dopo 2500 Km in 6 giorni...questo intenso, entusiasmante e avventuroso viaggio nella selvaggia, incontaminata e "viva" Islanda...terra dai mille colori e dai mille climi...dove la forza della natura con il potere del vento, delle acque, della terra, del calore e del mare la fanno da padrone; dove, da millenni, il lento scorrere delle ore di tanta luce e tanto buio che si alternano per lunghi e affascianti periodi donano un ritmo cadenzato e mistico ad ogni cosa.... è stato senza ombra di dubbio uno dei viaggi più belli della mia vita e il ricordo di ogni attimo e di ogni scorcio rimarrà ben chiaro nella mia memoria...per chi, come me, ama la natura incontaminata e la sua forza, questa terra merita assolutamente almeno una visita nella vita...
Durata totale del viaggio: 8 giorni (7 notti)
Costo totale del viaggio per 2 persone: 2800 euro (tutto compreso: voli diretti A/R x 2 pers, noleggio 4x4 x 6 gg, benzina, pernottamenti per 7 notti con camera doppia e bagno privato, pasti)
Durata "ideale" di questo tour: 10 giorni senza i fiordi occidentali; 15 giorni se si vogliono visitare in aggiunta anche i fiordi occidentali
Documenti Necessari: Passaporto/carta d’identità valida per l'espatrio: pur non aderendo all’UE, dal 2001 l’Islanda fa parte dell’area Schengen.
Situazione Sanitaria: il livello delle strutture sanitarie locali è generalmente molto buono. Facilmente reperibili i normali prodotti sanitari da banco. Non sono richieste vaccinazioni o precauzioni particolari.
Guida veicoli: patente italiana valida
Valuta: corona islandese (ISK) 1 euro= 160 corone circa
TRIPADVISOR
AR Central Apartments Reykjavik
Hotel Geirland
AkurINN Akureyri
Taergesen B&B
Fossatun
Arctic Comfort Hotel Reykjavik
Airport INN Keflavik
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