PICS
Citta europea cosmopolita e all'avanguardia, permeata del monito a non dimenticare e del rispetto della memoria storica e della dignità umana.
TIPS
Toccata e fuga di 48 ore nel freddo nordest europeo, nella Polonia meridionale, ai piedi dei monti Carpazi e sulle rive del fiume Vistola, nelle zone che hanno visto crescere Papa Wojtyla.
Per il weekend dell'Immacolata, Cracovia è stata la mia nuova scelta di viaggio.
Sono partita l'8 dicembre nel pomeriggio dall'aeroporto di Venezia Marco Polo con volo diretto Easyjet e dopo 1 ora e 15 sono atterrata puntualmente all'aeroporto di Krakow Balice.
Il terminal è grande e nuovo, ben organizzato, con collegamenti continui, tramite treno o bus, con il vicino centro città.
Io ho preferito utilizzare il treno, comodo, puntuale e pulito, e, in circa 25 minuti, ho raggiunto la stazione centrale di Krakow Glowny, per un costo irrisorio di 8 PLN (poco meno di 2 euro, biglietto pagato con carta prepagata alle biglietterie automatiche self service presenti nella hall degli arrivi e vicino ai binari, binario al piano superiore rispetto alla hall degli arrivi).
Giunta in centro città, ho poi preso il tram n.19 che in una decina di minuti mi ha condotto davanti al mio albergo nel quartiere ebraico (compagnia MPK fermata Miodowa, costo biglietto 2,80 zl circa 0.70 euro).
Per le due notti di pernotto, ho scelto su Booking.com l'Hotel Kazimierz II al numero 60 di Starowislna nel quartiere ebraico, struttura spartana ma pulita, con colazione scarsa ma ottimo wifi (76 euro per una camera singola 2 notti con colazione inclusa).
La serata l'ho trascorsa in camera a pianificare il tour della città del giorno seguente e ho prenotato ed acquistato l'ultimo posto per il pacchetto escursione ad Auschwits Birkenau per il sabato mattina con l'agenzia SOS Travel (35 euro, tour in italiano con guida compreso trasferimento in bus A/R dal centro città e visita dei due campi di sterminio).
Il venerdì mattina mi sono svegliata di buon ora e per le 9 ero già in attesa davanti alla biglietteria del castello di Wawel. Ho acquistato per 10 PLN (poco più di 2 euro) il biglietto per la "Dama con l'ermellino" (Dama z gronostajem).
La sala ha aperto alle 9:30 e per un quarto d'ora ho potuto ammirare, praticamente da sola, lo splendido dipinto di Leonardo (il solo, insieme a "La Gioconda", a ritrarre una donna). Il dipinto era stato commissionato a Leonardo dall'amante della Dama, che era sposata ed incinta, forse non del marito. L'ermellino (che è anche il soprannome di Leonardo) ne copre appositamente il ventre.
Lasciata in fretta la collina,
a passo svelto ho raggiunto i resti delle mura medievali della Porta di San Floriano, davanti al Barbacane, il bastione circolare con 7 torrette. Alle 10 è iniziato il Free Walking Tour in italiano della Città Vecchia. Il Free Walking Tour è stato fondato nel 2007; un gruppo di giovani con la licenza di guida turistica accompagna i turisti in diversi tour proposti in 4 lingue (italiano, spagnolo, inglese, tedesco); la maggior parte sono tour gratuiti ed alcuni a pagamento, ma sono ben organizzati, i ragazzi sono competenti e per chi viaggia da sola come me è un ottimo modo per fare due chiacchiere e condividere la scoperta della città insieme ad altri. E' carino lasciar loro una piccola mancia alla fine del giro turistico.
Con Paolo, un giovane ragazzo polacco che parlava molto bene italiano perché è nato e ha vissuto per alcuni anni in Italia (a Frascati) abbiamo visitato, a piedi, in due ore e mezzo, la Città Vecchia e la Collina di Wawel.
Paolo ci ha raccontato che, secondo la leggenda, Cracovia fu fondata sconfiggendo il drago Smok che terrorizzava la collina di Wavel, facendo incetta di bestiame e provviste e divorando le giovani vergini. Il principe Krak per proteggere gli abitanti di Cracovia e sua figlia Wanda, ancora vergine, promise in sposa la ragazza a chi fosse riuscito ad uccidere il drago. Tutti i cavalieri fallirono, invece un giovane calzolaio lasciò una pecora riempita di zolfo davanti alla caverna del drago. Smok divorò la pecora, e, avvelenato dallo zolfo, bevve tutta l'acqua della Vistola per la gran sete, riempiendo lo stomaco di liquido così tanto al punto da scoppiare e morire.
La collina del castello e il centro storico sono circondati da un'atmosfera mistica e le strade e le piazze dall'architettura medievale, illuminate da luci calde durante le ore notturne, aumentano ancora di più la sensazione di vivere in un'altra epoca.
La Città Vecchia è nata nel 13° secolo ed è patrimonio dell'Unesco.
Il giro è iniziato dalla Torre di San Floriano, abbiamo costeggiato le mura sulla destra passando davanti al museo Czartoryski, che ospitava la Dama con l'ermellino ed attualmente è in ristrutturazione.
Quindi abbiamo raggiunto la Piazza del Mercato, Rynek Glowny, che in questo periodo ospita i mercatini di natale, oltre a musicisti di strada e carrozze con cavalli. La Basilica di Santa Maria con i suoi mattoni rossi e le torri di altezza diversa domina la piazza. La leggenda dice che le due torri erano state commissionate a due fratelli. Questi iniziarono una fervida competizione finchè uno dei due ha accoltellato l'altro (il pugnale è appeso sotto la galleria del fondaco dei tessuti) e ha portato a termine la sua torre più alta. Quando, dopo l'inaugurazione, è salito sulla torre per vedere la sua opera e prendersi gli onori e la gloria, si è reso conto di ciò che aveva fatto al fratello e si è gettato giù dalla torre.
Allo scoccare di ogni ora un trombettiere si affaccia sulla penultima finestra della torre di sinistra e suona per 4 volte una melodia (henjat), un tema di cinque note vecchio come la chiesa. La melodia si arresta bruscamente e non se ne conosce il motivo (forse perché bruscamente era stata interrotta durante uno degli assedi alla città). Dall'altro lato della piazza c'è il Fondaco dei Tessuti, una struttura commerciale e di scambio con un tetto e due file di bancarelle e una pinacoteca al primo piano. Altra torre svettante dietro al Fondaco è la Torre del Municipio, che è l'unica cosa che resta del municipio quattrocentesco.
Lasciata la piazza ci siamo diretti verso la collina del Castello e, nel tragitto, abbiamo fatto tappa al Collegium Maius, parte dell'Università Jagellonica (l'università più antica della Polonia), con un bel cortile interno con colonne e dove nel 1400 ha studiato anche Niccolò Copernico.
Sulla salita al castello abbiamo visto dapprima le targhe affisse sulle mura, commemorative dei donatori di fondi per il restauro del complesso (gli austriaci hanno distrutto molto della collina), quindi siamo passati sotto al campanile con la campana di San Sigismondo che suona solo in occasioni speciali ed, infine, abbiamo fatto un giro all'interno della Cattedrale, sede di incoronamento e sepoltura dei monarchi polacchi (gratuito l'interno della chiesa, le cripte e le torri sono a pagamento). Gli esterni del castello si visitano gratuitamente. Ogni parte del complesso può essere invece prenotata e pagata separatamente.
Finito il giro turistico, ho raggiunto a piedi il quartiere ebraico, e, dopo un pasto veloce (pranzo al sacco) acquistato in un Carrefour vicino all'albergo (comodo perché aperto 24 ore), sempre a piedi ho raggiunto il quartiere Podgorze, sobborgo operaio sede del ghetto ebraico durante la seconda guerra mondiale (dove gli ebrei, circa 16000 sono stati costretti a vivere "in prigionia" prima di essere deportati nei campi di concentramento e sterminio). Nel quartiere ho visitato il museo storico della città di Cracovia che sorge nella Fabbrica Schindler (21 zl, circa 5 euro).
Il museo è veramente interessante e ben strutturato, è ricolmo di testimonianze storiche di filmati foto oggetti e documenti del periodo del nazismo e della deportazione di ebrei e polacchi. La visita richiede almeno un'ora ma quel tempo è veramente ben speso.
Ritornata verso il quartiere ebraico, ho raggiunto la piazza antistante la vecchia sinagoga, attualmente convertita in museo della storia ebraica, dove alle 14:30 ho iniziato il secondo Free Walking Tour della giornata, questa volta con Pietro, un ragazzo laziale che vive a Cracovia da alcuni anni. Questa volta abbiamo trascorso due ore e mezzo, altrettanto interessanti, alla scoperta di quartiere ebraico e ghetto.
Pietro è stato davvero una brava guida. Abbiamo girato tra i vicoli del quartiere ebraico vedendo dall'esterno il cimitero ebraico e le diverse sinagoghe, chiuse al pubblico quel giorno per non so quale ricorrenza.
Quindi abbiamo visto la casa di Helena: questa ragazza ebrea dei primi del '900, pur di non sposare un rabbino più vecchio di lei propostole dal padre, si è finta sposata di nascosto con un cristiano, così da farsi cacciare di casa. Una volta "libera" ha raggiunto l'Australia, dove le ragazze invidiavano la sua pelle liscia e bianca chiedendole il segreto della sua bellezza. Helena affermava che era merito della crema viso prodotta in base alla ricetta della nonna ed iniziò a produrre creme fai da te e a venderle, arricchendosi a tal punto da trasferirsi negli USA ed ampliare il suo commercio. Lì, senza prestiti o aiuti bancari, donna sola nell'America degli anni 20-30, è anche riuscita a vendere la sua impresa prima della crisi del '29 e l'ha ricomprata a crisi finita, guadagnandoci un bel po' sopra...e ha continuato nella sua impresa fino alla morte avvenuta in tarda età.
Famosa e conosciuta in tutto il mondo (noi donne ancora utilizziamo le sue creme), ebrea ribelle e visionaria, questa donna moderna temeraria e emancipata si chiamava Helena Rubinstein.
La cosmesi è insita nel popolo ebraico e soprattutto in Polonia: è ebreo polacco anche Max Factor, (alias Maximilian Faktorovicz).
Ci siamo poi fermati a Plac Nowi a mangiare la Zapiekarnia, una baguette condita con funghi e prosciutto cotto e farcita sopra con ketchup nella versione originale o altri tanti ingredienti e cotta al forno proprio come se fosse una pizza.
Camminando abbiamo poi lasciato il quartiere ebraico e raggiungo il Ghetto di Cracovia, superando la Vistola tramite un futuristico ponte in acciaio illuminato con colori sgargianti e dalla piacevole linea architetturale che è sede, al momento, di installazioni di arte moderna (dei manichini che riproducono ginnasti sospesi tra i cavi di acciaio del ponte). Veramente suggestivo.
Podgorze è un quartiere operaio che sorge sulla riva destra della Vistola. Lungo la strada per raggiungere la piazza centrale del quartiere, ho ammirato il murale di Blu, artista italiano di Senigallia, uno tra i migliori Street artist del momento. Il murale ritrae una grande campana gialla che ricorda un megafono ed ha incisioni papali vicino al manico. Sotto la campana una folla di uomini con lo sguardo in alto è intenta ad ascoltare il messaggio (come a dire che la gente ascolta senza ragionare troppo quello che dice la chiesa....)
Raggiunto il centro del quartiere, Pietro ci ha spiegato il significato dell'opera che riempie la piazza: il "Monumento di sedie vuote". Sono 70 grandi sedie di legno, vuote, illuminate da tanti faretti dal pavimento, la maggior parte poste in una unica direzione, quella dei binari della deportazione. Solo una è posta in direzione della fabbrica Schindler (ad indicare il migliaio di ebrei che sono stati salvati) e un'altra è posizionata nella direzione opposta (verso la città). Ognuna è in ricordo di 10.000 ebrei di Cracovia e dei mobili e oggetti personali che i deportati furono costretti a lasciare sul posto il 13 e 14 Marzo del 1943, quando i lavoratori furono deportati ad Auschwitz e donne bambini e anziani furono uccisi senza pietà. Del Ghetto ha fatto parte anche il famoso regista Roman Polanski, ebreo polacco che è riuscito a scappare dal Ghetto (ha perso la madre ad Auschwitz, mentre il padre è stato prigioniero a Mauthausen)
Nella stessa piazza, all'angolo, c'è anche la Farmacia "sotto l'aquila" , adesso museo, dove il proprietario farmacista Tadeusz Pańkiewicz, unico tedesco ariano ad avere avuto l'autorizzazione dai nazisti a vivere nel ghetto, si è adoperato tra il 1941 e il 1945 a salare tanti ebrei che attendevano in piazza la deportazione sui treni, nascondendoli nella farmacia e facendoli uscire dall'uscita posteriore.
Il tour è terminato intorno alle 17 davanti alla Fabbrica Schindler. Sulla figura del nazista Oskar Schindler ancora oggi vi sono "luci e ombre": all'inizio l'imprenditore sfruttava gli ebrei senza troppi scrupoli, ad un certo punto, invece, (non se ne conosce il motivo) ha iniziato ad aiutarli. I buoni ritengono che lo abbia fatto per senso di carità; i maligni invece poiché, vista la disfatta nazista che si respirava nell'aria, aveva un secondo fine di egoistica salvezza. Dopo la guerra è emigrato in Argentina dove si è sposato e ha avuto dei figli, quindi è tornato in Germania per bancarotta abbandonando la moglie con i suoi debiti. E' morto nel 1974 quasi in miseria, aiutato da alcuni ebrei riconoscenti. Fatto sta che Oskar, con la sua lista, ha salvato quasi 1200 ebrei dalla Shoah, comprese donne e bambini. Dopo la sua morte, il popolo ebraico lo ha insignito nel 1993 dell'onorificenza del "Giusto tra le Nazioni" e la sua salma riposa sul Monte Sion a Gerusalemme. All'ingresso della fabbrica c'è una targa che riporta la frase "chiunque salva una vita, salva il mondo intero", come a voler spegnere definitivamente ogni dietrologia legata all'imprenditore.
Prima di rientrare in albergo per il meritato riposo, sono tornata in Plac Nowy e ho mangiato, per soli 14 PLN, i tipici Pierogi, ravioli di pasta fresca ripieni di patate e formaggio e conditi con un sugo di burro e pancetta affumicata....gustosissimi!!!!
Il sabato mattina, per le 8 ero già, trolley al seguito, in Plac Matejki e con una trentina di altri italiani accompagnati dalla simpatica guida polacca Izhabel, ho dedicato tutte le ore restanti in terra polacca alla visita dei campi di sterminio di Auschwitz I e Auschwitz II (o Birkenau). Il nostro Primo Levi, in quanto chimico e conoscitore del tedesco, è stato fatto prigioniero nel Campo di lavoro di Monowitz (Auschwitz III), poco distante dagli altri, che era sede della fabbrica di gomma sintetica Buna-Wercke, ma che non abbiamo visitato.(NB: la descrizione di questo luogo di memoria, vergogna e dolore merita una pagina a parte....)
Per le 15:30 ero già nella stazione di Krakow Glowny, dalla quale ho ripreso il treno per l'aeroporto e da qui il volo Easyjet che per le 19:15 circa è atterrato in suolo italiano.
Questa escursione, breve... ma intensa, mi è piaciuta molto e sono stata proprio contenta della mia scelta.
Cracovia è intrisa dei tristi e dolorosi ricordi di guerra dello scorso secolo e delle testimonianze, ancora vivide e coesistenti, della sofferenza di molti e della follia di pochi; ma... sulla spinta dell'arte e della cultura dei tanti giovani che ne riempiono i quartieri e le università....tenta di rinascere...
E' una città che custodisce gelosamente gli insegnamenti del tempo volgendo uno sguardo speranzoso al futuro.
Riempie gli occhi e il cuore.
Assolutamente da visitare.
LINK e INFORMAZIONI UTILI
Valuta: Zloty polacco (PLN o zl)
1 EURO = 4.46 Zloty
Documento: carta di identità valida per l'espatrio
Fuso orario: lo stesso dell'Italia
Corrente elettrica: 230v, stesse prese che in Italia
Costo del viaggio: circa 210 euro tutto compreso (spese maggiori: 77 euro hotel 78 euro volo A/R 35 euro escursione Auschwitz...circa 20 euro per i pasti, i mezzi pubblici e i musei)
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